3300 secondi: l’ora in cui tutto può cambiare

Quante emozioni può contenere un’ora, nello specifico un’ora di scuola? Quante vite possono intraprendere una svolta, in modo anche apparentemente impercettibile, non eclatante, in 60 minuti?

3300 secondi di Fred Paronuzzi, edito da Camelozampa, sembra dirci che tutto, assolutamente tutto può cambiare in un’ora, in una qualunque mattinata.

Questo breve romanzo (che si può leggere, effettivamente in 3300 secondi, volendo) segue le tracce di quattro adolescenti che, più o meno consapevolmente, si trovano ad un crocevia, ad affrontare un nodo problematico, o stanno per attraversare un confine.

Leah, Océane, Clément ed Ilyes non si conoscono, o forse si conoscono solo di vista. In quei 60 minuti si incrociano appena – quattro traiettorie tra le migliaia che si sfiorano e si intrecciano nella cornice di una grande scuola superiore.

Leah è sospesa sull’orlo di un precipizio: in sostanza ha dichiarato pubblicamente, su un social network, i suoi sentimenti per una compagna di classe, Julie; ha formulato una domanda e attende con trepidazione una sua reazione – o non reazione.

Anche Océane sta per scoppiare. Ha appena vissuto la notte peggiore della sua vita e chiede un appuntamento ad una consulente scolastica, con la quale inizia ad aprirsi e a raccontare cosa le è successo.

Clément ha perso la sorella che adorava e da mesi si muove nella sua vita come uno zombie. A casa è un inferno, con il padre aggressivo e la madre chiusa nel suo dolore. A scuola, il ragazzo mal tollera le attenzioni compassionevoli di insegnanti e compagni, che sembrano aver paura di romperlo. Fino a che la vicepreside smette di maneggiarlo con le pinze, e gli parla con grande sincerità, spezzando la bolla che lo circondava.

Ilyes affronta una normale mattinata a scuola, che include un’ora di prove per lo spettacolo teatrale al quale sta partecipando. Ilyes non è nato in Francia, è emigrato da bambino con la sua famiglia. E’ un giovane innamorato della lingua che ormai padroneggia bene, dei giochi che si possono creare con le parole, e ha scoperto un nuovo amore per il teatro, per il quale dimostra un certo talento. Qualcosa sembra separarlo dai coetanei: forse a causa delle sue origini, delle differenze sociali con i compagni, o del gap culturale che avverte con alcuni di loro, più superficiali di lui.

Nel giro di un’ora, piccoli o grandi momenti di svolta prendono vita tra le pareti della scuola.

Leah scopre che i suoi sentimenti sono ricambiati e muove i primi passi, ubriachi di emozione, nel mondo sconosciuto del primo amore adolescenziale. Sull’orlo del precipizio, ha scoperto di avere le ali e si è lanciata, incredula e felice, nel vuoto che non è un vuoto, è un cielo azzurro.

Océane racconta alla responsabile scolastica del suo malessere, del suo sentirsi sempre ad un passo dagli altri. E di quella serata orribile nella quale, alla sua prima festa, ha subito una violenza sessuale da un altro adolescente. Per Océane è solo l’inizio, ci vorranno tempo ed energie per superare quanto ha vissuto. Ma ha sollevato il coperchio, si è aperta con una persona nella quale ha riposto fiducia, si è sentita ascoltata e compresa. E’ un inizio.

La vicepreside, inaspettatamente, parla a Clément al di là dei ruoli e della formalità che da questi ci si aspetterebbe. Gli dice che conosceva sua sorella, e che lei avrebbe voluto che il fratello vivesse “per due”: con il doppio dell’energia, il doppio dell’intensità, a compensare le esperienze che lei non potrà affrontare. Come a volte fortunatamente succede, un adulto nella vita di Clément si rende utile dandogli una spintarella per uscire da una situazione stagnante: la vicepreside, in questo caso, ha fissato per lui un appuntamento con un responsabile dell’orientamento scolastico. Che fa con Clément un bilancio onesto del suo malessere a scuola, proponendogli un’alternativa inaspettata: un percorso da perito nautico, che gli darà la possibilità di passare molto più tempo all’aperto, di viaggiare e di cambiare aria. Una cesura, un nuovo inizio anche per lui.

Il “nuovo inizio” di Ilyes è meno netto ed eclatante, forse, ma non meno significativo. Dopo la lezione di teatro, offre il suo sostegno ad un compagno in difficoltà. Per la prima volta, la barriera invisibile con i coetanei francesi si infrange, si stabilisce un contatto umano più profondo del solito. Dall’altra parte del confine, la possibilità di una relazione più autentica.

Quattro momenti di svolta, quattro nuovi inizi per i  giovani che animano questo racconto a più voci. Sullo sfondo, la scuola, contenitore inevitabile di mille storie personali. La scuola che ne esce, tutto sommato, bene. Per Ilyes la scuola elementare è stata il luogo chiave di una prima integrazione, che è passata prima di tutto attraverso l’appropriazione, vissuta con entusiasmo, della nuova lingua. Attraverso lo studio e le attività culturali complementari alla scuola, ha scoperto mondi nuovi e ha acquistato una maggiore consapevolezza di se stesso.

Ocèane trova il coraggio e lo spazio di un dialogo sincero con un’adulta, una figura di riferimento scolastica, che riesce a darle il sostegno e l’ascolto di cui aveva bisogno in quel momento e le fa sentire di avere qualcuno dalla sua parte. Lo stesso succede, in circostanze diverse, a Clément. Solo nella soggettiva di Leah troviamo un’insegnante acida, amareggiata dalla vita, affaticata e forse un po’ in burnout, che non riesce a sintonizzarsi con gli studenti e viene da loro soprannominata con il vezzeggiativo di “pitbull”.

Sempre riguardo alla storyline di Leah, è piacevole notare (succede, ma ancora troppo raramente) che il suo orientamento sessuale non è problematizzato in sè, non è il punto. Il “nodo” da sciogliere di Leah non è il definirsi lesbica o l’affrontare le conseguenze di un coming out. Ciò che le dà le vertigini è l’universale esperienza dell’amore non-ancora-corrisposto, forse sì, forse no. Senza nulla togliere alla maggiore complessità di questo vissuto quando si hanno 14, 15 o 16 anni e si appartiene ad una minoranza sessuale. Anche solo a livello statistico, le probabilità di essere corrisposta da Julie erano meno di quelle che Leah avrebbe avuto con un ragazzo.

La scrittura è fresca, immediata, a tratti tagliente, come è giusto che sia, raccontando di istanti di vita spigolosi, difficili. Alcune sfumature nel linguaggio, a mio vedere, fanno trasparire un pochino il tentativo di un adulto maturo di parlare con la voce di un adolescente di oggi. Ma si tratta, appunto, di sfumature.

Una lettura da assaporare tutta d’un fiato, per la durata di una corsa in metropolitana. Per poi uscire in superficie con la sensazione solleticante che davvero, in poco tempo, tutto possa cambiare.

Paronuzzi, F. (2018). 3300 secondi. Camelozampa.

Età consigliata: dai 14 anni.

 

 

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