Tracce: avere 16 anni all’ombra delle Twin Towers

Dove eravate l’11 settembre del 2001?

Alia, una delle due sedicenni protagoniste di Tracce di Wendy Mills, edito da EDT – Giralangolo, la mattina dell’11 settembre si trova in un momento di svolta.

Quella mattina decide di indossare per la prima volta l’hijab, come segno di una piena assunzione di responsabilità come giovane donna di fede islamica. Litiga per l’ennesima volta con sua madre, e sulla strada di scuola decide di fare una deviazione, per andare a trovare il padre in ufficio, all’interno delle Twin Towers, a Manhattan. Vuole convincere il padre a lasciarla partecipare – nonostante sia in punizione per una serie di sfortunati eventi accaduti a scuola – ad un seminario sui fumetti che potrebbe aprirle, in futuro, le porte della New York University.

E’ un periodo decisivo: Alia sente di dover dare alla sua vita la direzione che desidera, integrando e conciliando tra loro le diverse componenti della sua identità. L’appartenenza all’Islam e alla famiglia che ama, la sua passione per i fumetti, il suo desiderio di libertà, le sue radici indonesiane e il suo essere una teenager americana come tante. Tutti elementi che convergono in Lia, supereroina protagonista della serie di fumetti che Alia sta disegnando.
Quella mattina, qualcosa di imprevedibile e tremendo interrompe i suoi piani.

2016, una cittadina di provincia vicino alla Grande Mela. Jesse sta scivolando in una spirale negativa. E’ troppo giovane per ricordarsi la sagoma del World Trade Center nella skyline di New York, ma l’ombra delle Twin Towers incombe ugualmente con gravità sulla sua vita. Dopo la morte di suo fratello Travis nel crollo delle torri, quando lei era piccola, la sua famiglia ha iniziato lentamente a cadere a pezzi, e sta raggiungendo un punto di non ritorno. Mentre sua madre si è tuffata a capofitto nel lavoro e negli impegni, attenta a non rallentare mai, suo padre ha canalizzato rabbia e dolore nell’alcolismo e in un odio cieco verso gli islamici. L’altro fratello, Zack, ha rotto i ponti con i genitori (motivo scatenante dell’ultima lite con il padre è stata la loro divergenza di idee sull’aggressiva politica estera Usa post 11 settembre) ed è cooperante in Africa, dove ha messo su famiglia. I genitori sono sull’orlo della separazione e l’atmosfera è ormai irrespirabile.

Spinta dall’attrazione per un nuovo compagno di scuola – tenebroso e disadattato quanto basta – Jesse inizia a frequentare una banda di teppisti locali, che approfittano della sua abilità nell’arrampicata per coinvolgerla in una serie di bravate. La situazione precipita quando la gang viene scoperta mentre sta imbrattando la facciata del nuovo Centro di cultura islamica cittadino con una scritta razzista, che riecheggia i discorsi di odio ormai sdoganati apertamente da una certa politica contemporanea.

“Condannata” a fare volontariato presso lo stesso Centro che aveva contribuito a danneggiare, Jesse inizia, faticosamente e dolorosamente, a rimettere insieme i pezzi della sua vita. Si riavvicina alle amiche che aveva allontanato, stringe nuovi legami all’interno della comunità islamica, che sta imparando a conoscere, ed inizia ad investigare sui troppi silenzi della sua famiglia intorno alla morte di Travis, indizio dopo indizio, fino a scoprire il legame che si era creato, nelle sue ultime ore di vita, tra il fratello ed una ragazza sconosciuta. Alia.

Le storie di Alia e Jesse si intersecano sin dall’inizio con eleganza, in un’alternanza di punti di vista e piani temporali che ci porta a spostarci tra il 2001 e il 2016, in un ritmo sempre più serrato.

La giornata di Alia si trasforma, all’improvviso, in una corsa per la sopravvivenza per fuggire dalla Torre Nord che sta bruciando. Nel suo tragitto si imbatte nel 19enne Travis, e i destini dei due giovani si intrecciano in queste ore cruciali. Nell’intimità immediata che a volte scaturisce dalle situazioni di tensione, i due giovani si confidano l’uno con l’altra. Veniamo a sapere, così, che cosa aveva portato Travis alle due Torri, proprio quella mattina nella quale si stava svolgendo, altrove, il funerale di suo nonno, e perchè i suoi rapporti con il padre erano così conflittuali. A sua volta, Alia racconta al nuovo amico il suo sogno di diventare fumettista.

Mills è abile nel ricreare per il lettore il pathos, l’angoscia di quelle ore: il panico collettivo, l’orrore del sentire le fiamme che si avvicinano e del vedere i corpi delle persone che si lanciano nel vuoto, per disperazione, dai piani più alti; ma anche gli atti di solidarietà, di gentilezza, di eroismo che hanno unito le persone coinvolte nel disastro. Se l’autrice racconta con maestria la tensione, l’intensità struggente delle ultime ore di Travis insieme ad Alia, la sua scrittura è altrettanto efficace nell’emozionare il lettore attraverso la narrazione, più lenta, di quei mesi del 2016 nei quali Jesse mette in discussione i suoi valori e cerca la verità sul fratello.

Mentre attraversiamo questo doppio sentiero, Mills sviluppa con sensibilità e con ricchezza di sfumature quello che è il fil rouge del romanzo: il tema della convivenza multiculturale negli Stati Uniti e i pericoli del discorso d’odio oggi così diffuso. Racconta i pregiudizi anti Islam che si sono radicati dopo l’11 settembre, la fatica dei giovani americani islamici di oggi nel tenere insieme i vari pezzi delle loro identità ibride, il rischio che nasce dalla banalizzazione delle differenze e dalla demonizzazione di un gruppo percepito come omogeneo ed ostile.

Ancora non mi è del tutto chiaro, ma forse un’idea ce l’ho. L’odio non è altro che paura. Paura di essere impotenti, brutti, piccoli, di essere niente. Per questo odiamo la gente, perchè così ci sembra di stare meglio, perchè così non ci sentiamo travolti dalla paura.

Le storie di Alia e Jesse inevitabilmente convergeranno, 15 anni dopo l’attentato. L’ultima scena di Tracce le vede in visita, insieme, all’Albero dei Sopravvissuti, presso il One World Trade Center. E’ un cerchio che si chiude, a suggellare l’idea che l’amicizia, l’amore, la solidarietà tra esseri umani, tutto ciò che ci unisce, possa e debba prevalere su ciò che ci divide, sulle barriere socioculturali (reali o immaginate), sulla violenza.

Tracce è un young adult che dovrebbero conoscere anche gli adulti non più così young. Si presta ad essere letto a più livelli, e oltre a raccontare, da un’angolazione specifica, una pagina drammatica di storia recente, propone una riflessione non banale sulle identità, sul senso di comunità, sulla relazione a volte complicata tra persone di fedi diverse. Il tutto attraverso le voci di due giovani donne brillanti, pronte a cercare la loro strada nella complessità del mondo contemporaneo, del tempo al quale appartengono.

Mills, W. (2018). Tracce. EDT, Giralangolo.
Età consigliata: dai 13 anni.

Nella foto: mappa di Lower Manhattan tratta dalla guida Lonely Planet New York, EDT, edizione 2004.

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