Finalmente ci siamo, dicembre è arrivato e posso iniziare a condividere con voi, amiche e amici immaginari e non, qualche luccicante spuntino di lettura in vista delle feste natalizie, e in generale del periodo invernale che è alle porte!
Come vi ho raccontato l’anno scorso (a proposito, trovate qui e qui altre abbondanti liste di libri a tema, se le volete rispulciare), non sono (più) credente ma subisco indubbiamente il fascino delle feste legate al solstizio d’inverno. Per la simbologia dei cicli della natura che si riposa preparandosi alla rinascita, ma anche e soprattutto per la dimensione di cazzeggio, convivialità e rintanamento coccoloso che spesso accompagna quella manciata di giorni a cavallo tra il solstizio e i primi giorni del nuovo anno (noti anche a scolari e studenti come “le vacanze di Natale”). Mi piace molto meno la dimensione materialistica, consumistica del Natale occidentale: il mio ideale, forse, è quello della tradizione islandese: tutti si regalano libri e passano i giorni festivi a leggere insieme.
Iniziamo le danze con una prima mini carrellata di quattro titoli festosi, tutti relativamente vintage, o per la data di prima pubblicazione o per l’ambientazione.
Nel mondo di Babbo Natale di Mauri e Tarja Kunnas, edito da Il gioco di leggere, mi era stato suggerito dalla mia amica Cecilia, perchè è il preferito del suo bambino. In questi giorni l’ho testato su Polpetta e devo dire che esercita un certo fascino sia su di lei (18mesenne) sia su di me (38enne, ma non faccio… testo). Un nuovo classico, questo albo del 1981 carico di tutto il colore e il calore dell’inverno nordico ci porta a Korvatunturi, in Lapponia, dove sorge il villaggio di Babbo Natale. Seguiamo Babbo Natale, e soprattutto la folla dei suoi aiutanti gnomi, nella loro vita quotidiana e nelle attività che per tutto l’anno si susseguono in preparazione della notte più magica.
Entriamo nei laboratori di falegnameria e tipografia, nell’ufficio dove gnomi poliglotti smistano la corrispondenza (ammetto che per un istante ho pensato che nel caso fossi gnoma, mi candiderei per lavorare lì), nei pascoli dove le renne si rilassano in attesa della loro grande impresa. Ma sbirciamo anche nelle casette dove gli gnomi si rilassano e si riposano, nella scuola frequentata dai più piccoli, nella sauna, nella grande sala da pranzo.

Grandi tavole brillanti e gioiose, piene di dettagli umoristici e animali selvatici domestici che spuntano da tutte le parti, ci trasportano nell’atmosfera febbrile delle ultime settimane prima di Natale, fino alla sera della grande partenza. Ma non solo: veniamo a scoprire anche come Babbo Natale e la sua scoppiettante tribù festeggiano il Natale. Una festa (anche per gli occhi) che sicuramente non vorrete perdervi!
Disclaimer: la divisione sessuale del lavoro è un dato di fatto nel villaggio di Babbo Natale, ma guardiamo in faccia la realtà: parliamo di creature che probabilmente hanno alcune centinaia di anni. La prossima generazione di gnome is coming. 😀
Un Natale da gatti è un albo dal sapore vintage che ha attraversato varie trasformazioni: il testo originale di Margaret Wise Brown è del 1949, è stato rinnovato nel 1977 da Roberta Brown Rauch e le illustrazioni che accompagnano l’edizione del 1995 delle Edizioni E. Elle sono di Anne Mortimer.

Le autrici ci portano a scoprire una vigilia di Natale d’altri tempi dal punto di vista della gattina di casa, Pussycat. Il ghiaccio scricchiola sotto le zampine nelle pozzanghere, l’aria fredda le drizza il pelo e porta con sè profumi di pino, di arance, agrifoglio. In casa si sentono rumori delicati: il fruscio della carta velina, lo scrocchiare delle noci,le forbici che tagliano. Compaiono l’albero con le palline, le calze appese al camino. Una nevicata notturna invita Pussycat ad uscire e a rotolarsi nel prato, in un silenzio ovattato nel quale, ad un certo punto, inizia a sentire il tintinnio dei campanelli delle renne.
Un’affascinante immersione sensoriale attraverso lo sguardo di un simpatico felino.
Lotje e l’albero di Natale di Lieve Baeten è un albo delizioso che arriva a noi dal Belgio fiammingo attraverso l’edizione AER del 1996. Lotje, protagonista di una serie di albi, in versione originale è un’adorabile streghetta, anche se nell’adattamento italiano lei e le sue amiche vengono presentate come befane. Probabilmente in un tentativo di ricontestualizzare il personaggio nell’ambito delle tradizioni natalizie italiane, sia pure con risvolti strani (la Befana dovrebbe essere una, qui sono tante, ognuna con caratteristiche ben specifiche).
In ogni caso, è un 24 dicembre gelido e tempestoso e Lotje, nella sua graziosa casetta di legno abbarbicata su un albero, aspetta l’arrivo della sua amica, la befana Natalina, e si appresta ad addobbare l’albero di Natale. Ma una serie di visite a sorpresa si interpone tra lei e il suo piano. Natalina arriva in anticipo, per chiederle un favore: Lotje dovrebbe badare per qualche ora alla sua Piccolina, streghetta di pochi anni che non vuole saperne di fare l’albero e vuole, invece, allenarsi a volare sulla scopa di Lotje. Ad aumentare teatralmente l’entropia – e l’allegria – arrivano la befana Orsina con i suoi orsacchiotti e la befana Rapacina con i suoi amici avvoltoi. Con l’aiuto di tutti gli ospiti imprevisti, Lotje riuscirà a dedicarsi al suo albero e addirittura a fare i biscotti.

Ultima star di questa carrellata è Mamette, bimba degli anni ’30 nata dalla penna del fumettista francese Nob. Mamette, ovvero Marinette, è una simpatica signora anziana, protagonista di una ricca serie di fumetti. La raccolta “I ricordi di Mamette” racchiude una serie di avventure vissute quand’era piccola, in particolare negli anni agrodolci trascorsi in campagna con i suoi nonni dopo la separazione dei genitori. Tunuè ha pubblicato, per ora, i tre volumi dedicati a queste memorie d’infanzia nella sua collana Tipitondi. Il terzo volume, La buona stella, è ambientato nel periodo natalizio ed è una lettura molto gradevole anche per chi non abbia ancora letto gli altri volumi. Si avvicina il Natale del 1935 anche nel villaggio vicino alla fattoria, e con le feste, a sorpresa, arriverà anche in visita il papà di Marinette…che però non è venuto per restare.

Le pagine di questa graphic novel scorrono fluide; non assistiamo a grandi avvenimenti, più che altro ci immergiamo nella piccola ma densa rete di relazioni che avvolge il mondo della piccola protagonista. I due compagni di scuola innamorati di lei, ognuno con le sue battaglie da combattere e la sua rabbia segreta, la zia Suzon, il nonno, il prete del paese. Una serie di piccoli ritratti vividi, in un romanzo corale nel quale si alternano scene e toni squisitamente umoristici con momenti toccanti, amari e malinconici. Della vita in campagna e dell’infanzia stessa non viene offerta un’immagine idealizzata nè arcadiana: ci affacciamo sulla vita di una bambina vivace e determinata, resiliente, diremmo oggi, che però deve fare i conti con una buona dose di sofferenza. Per me è stato un primo assaggio di un autore e di una protagonista che vorrei conoscere meglio il prossimo anno…magari in lingua originale.
A presto con altri spuntini di lettura al gusto di marzapane!
Baeten, L. (1996). Lotje e l’albero di Natale. AER Edizioni
Kunnas, M., Kunnas, T. (2006). Nel mondo di Babbo Natale. Il gioco di leggere
Nob (2016). I ricordi di Mamette. La buona stella. Tunuè
Wise Brown, M., Mortimer, A. (1995). Edizioni E. Elle