Anya e i suoi fantasmi

Qualche settimana fa vi ho raccontato di Sempre pronti, graphic novel di Vera Brosgol dedicata alla complicata esperienza al campo estivo di Vera, una bambina di origine russa alla ricerca di una sua identità negli Stati Uniti. Adesso che ci stiamo inoltrando nel mese di Halloween, vi propongo l’altra celebre storia a fumetti di questa autrice, decisamente più dark, pubblicata da Bao Publishing nella traduzione di Caterina Marietti nel 2013.

In Anya e il suo fantasma troviamo una protagonista un po’ più grande che ha alcuni tratti in comune con la piccola Vera. Anche Anya è emigrata da bambina e anche lei si è impegnata molto per integrarsi, o addirittura, potremmo dire, ha orientato tutte le sue energie verso l’assimilazione culturale, uno sforzo ora acuito dal periodo che sta vivendo.
Anya si sente in imbarazzo per le sue origini perchè attribuisce ad esse la causa del suo sentirsi diversa, mai abbastanza omologata alle coetanee. Butta via i pranzi al sacco preparati dalla madre, ha imparato a cancellare il proprio accento nel parlare inglese, evita di frequentare l’unico altro ragazzo di origine russa a scuola che disprezza perchè “sfigato” e nerd e perchè non si sforza come lei di camuffare la propria provenienza, addirittura modifica il proprio cognome in Brown perchè la imbarazza l’attenzione che suscita quando le persone non riescono a pronunciarlo.

A queste insicurezze se ne uniscono altre, comuni a molte ragazze (e ragazzi) durante gli anni adolescenziali. Anya si sente invisibile e al contempo le sembra di avere dei neon puntati su di lei a sottolineare la sua non conformità. Si sente grassa e teme di diventare sovrappeso come la madre – in realtà non è nemmeno cicciottella, ha delle normali e sane curve da giovane donna con le quali non si sente ancora a proprio agio. Si sente isolata, osserva con ammirazione mista ad invidia le compagne e i compagni più popolari e le sembra che tutti loro siano infinitamente più affascinanti e brillanti di lei. Per cercare di omologarsi ha iniziato a fumare, si sforza di non andare troppo bene a scuola per non venire bullizzata. A completare il quadro, ha una cotta per il classico bellone e la sua unica amica è una ragazzina irlandese piuttosto fuori dagli schemi, outsider come lei, ma senza timore di esserlo.

Ed è in questo quadro di generale sfavatezza e malessere che va ad innestarsi la ghost story di Brosgol. Un giorno Anya precipita in un pozzo abbandonato camminando in un parco. Mentre attende i soccorsi, scopre di essere in compagnia dello scheletro di una ragazzina e…del suo fantasma! Remissiva e supplichevole, Emily spiega di essere morta nel pozzo durante gli anni della prima guerra mondiale, mentre cercava di sfuggire all’assassino dei suoi genitori, uno straniero sconosciuto. Il suo fantasma può apparire solo nelle vicinanze dei suoi resti. Anya promette ad Emily di scoprire il nome del colpevole in modo che lei possa trovare la pace. Una volta arrivati i soccorsi, la ragazza torna a casa…e scopre che Emily l’ha seguita, dato che ‘per caso’ un suo ossicino era finito nella borsa che Anya aveva con sè.

Inizia così un’imprevista convivenza: Emily segue Anya dappertutto, desiderosa di un ‘assaggio’ di quella vita che per lei si è bruscamente interrotta quand’era giovanissima. Tra le due si stabilisce una certa complicità: Emily aiuta la protagonista a copiare nei compiti in classe, ad avvicinarsi a Sean, il ragazzo che le piace, e in generale a farla sentire un po’ più sicura di se stessa. Anche la fantasmina, però, comincia a cambiare, assorbendo alcuni degli elementi più deteriori della cultura americana, come il culto per l’immagine (secondo canoni specifici) e l’idea di dover primeggiare e ostentare il proprio successo (anche questo valutato come tale secondo precisi canoni), dividendo il mondo in vincitori e perdenti fin dai banchi di scuola. Emily diventa anche ogni giorno più forte e impara a spostare oggetti, esercitando un controllo sullo spazio intorno a lei.

Il momento di svolta arriva durante una festa durante la quale Anya involontariamente scopre che la relazione ‘da copertina’ tra Sean e la sua ragazza, Elizabeth, è, in realtà, una farsa, e che la sua compagna di classe accetta tradimenti e umiliazioni pur di mantenere l’ambito ruolo di ‘first lady oggetto’ del ragazzo più popolare della scuola.

Delusa dal compagno per il quale aveva una cotta, Anya si allontana da lui e inizia a vedere qualche sfumatura in più nel quadro di idealizzazione che aveva sempre proiettato sul gruppo dei pari. Realizza che non è vero che le vite degli altri sono sempre più semplici e facili, che ci sono ombre in ciascuno e che non si può mai sapere cosa passa nella mente delle altre persone, quali sono le loro battaglie interiori, al di là della superficie.

Emily non è d’accordo, lei vuole spingere Anya a tutti i costi tra le braccia di Sean: da presenza amichevole, si muta in una forza ostile, dimostrando di voler assumere il controllo della vita della sua ‘ospite’, pilotandone le scelte e vivendo vicariamente attraverso di lei. Quando Anya si ribella, Emily mostra il suo volto più spaventoso, minacciando e tentando di uccidere i suoi familiari. Ci addentriamo nella parte più cupa del romanzo grafico: la protagonista cerca di liberarsi del fantasma, e al contempo, aiutata dal compagno che aveva snobbato in quanto nerd, indaga sul passato e sulla vera storia di Emily. Che, e ormai non ne siamo sorpresi, non collima con la versione che lei aveva raccontato. A spaventare Anya ancora di più è l’impressione di non essere, nel profondo, tanto diversa da quella ragazza morta tanti anni prima. Anche lei conosce la gelosia, l’invidia, la sensazione che gli altri abbiano e siano molto più di lei. Ma proprio ragionando su questo vissuto, inizia ad affrancarsi da alcune di queste gabbie interiori. Lei non sarà come Emily.

Lo stile di Brosgol è accattivante, morbido e plastico in un modo che a me ricorda Marjane Satrapi. Richiama lo stile dei cartoon e al contempo riesce a ricreare atmosfere quotidiane ed inquietanti, a dare spessore alle diverse personalità attraverso una varietà di sfumature. Nel complesso, Anya e il suo fantasma si presenta come un’opera che va ben al di là della storia da horror adolescenziale di puro intrattenimento, mostrando con acume e senza clamore nodi irrisolti e nervi scoperti delle nostre modalità di interagire come società.

Brosgol, V. (2013). Anya e il suo fantasma. Bao Publishing
Età consigliata: dai 12 anni


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