21lettere è una casa editrice che, per scelta deliberata, pubblica 6 testi all’anno. Quest’anno, tre su sei sono opere di Lois Lowry, autrice celeberrima, tra l’altro, per la serie di The Giver.
Uno è un racconto autobiografico; gli altri due sono romanzi brevi, differenti tra loro in quanto a complessità dei vissuti che raccontano, ma entrambi meritevoli di essere gustati in un solo sorso. Di Un’estate da morire, intenso ed autobiografico, vi racconterò un’altra volta.
Anastasia, di nuovo! è, dei due, il più lieve – che non significa affatto superficiale o banale – ed effervescente. Segna il ritorno sugli scaffali delle librerie italiane di Anastasia Krupnik, protagonista di una serie nata negli anni ’70 e pubblicata in precedenza, negli anni ’90, da Mondadori. Sfogliandone le pagine ho realizzato di aver già avuto tra le mani proprio il corrispettivo di questo libro, che è il secondo della serie ma può essere tranquillamente letto come un volume a se stante.
Anastasia ha 12 anni e sta attraversando un’estate segnata da un cambiamento importante: i genitori – lui docente universitario, lei pittrice – hanno deciso di trasferirsi in periferia. Un cambiamento che la nostra protagonista attende con una certa ostilità.
Non è facile – neanche per gli adulti – lasciare la casa in cui si è vissuta tutta la propria vita, nella quale ogni centimetro è caro perché racchiude memorie e abitudini sedimentate nel tempo e chiudere i propri ricordi in una manciata di scatoloni. È faticoso allontanarsi dagli amici e doversi ambientare in un posto nuovo, con la prospettiva di una scuola sconosciuta. Non a caso un trasloco è considerato tra le esperienze più stressanti. È così per Anastasia, che concentra le sue energie nel vaticinare ai genitori scenari apocalittici, secondo i peggiori stereotipi sul mondo suburbano statunitense.
Intanto, questa brillante protagonista dalla vivace vita interiore affronta i tanti piccoli cambiamenti della preadolescenza, e al contempo cerca di scrivere un giallo traendo spunto dalle proprie esperienze personali – il che si traduce in un controcanto comico
Il trasloco arriva, l’Apocalisse no. È la fine del mondo conosciuto per Anastasia, sì, un po’, ma non la fine del mondo tout court, come potevamo immaginare. Anche perché la nostra protagonista, in realtà, superate le proprie resistenze è una ragazzina curiosa e pronta a mettersi in relazione con le persone e a tessere nuovi legami.
Ed ecco che compaiono facce nuove, persone da scoprire, e non sono casalinghe coi bigodini e nemmeno ragazzini spocchiosi. Mentre i vecchi amici non si lasciano intimorire dalla prospettiva di una corsa in autobus e no, non spariscono. Anzi, si presentano a casa proprio nel momento di maggiore entropia possibile.
Intorno ad Anastasia c’è la sua famiglia.Non convenzionale e rassicurante, allegra e caotica, affettuosa e movimentata, senza dubbio ha giocato un ruolo nel fare sì che Anastasia sia la persona che è. Una famiglia nella quale si parla molto e di qualunque cosa, tanto che i dialoghi rappresentano uno degli ingredienti principali che danno sostanza al libro e ne sostengono l’intreccio.
Un rilievo particolare come personaggio secondario viene assunto da Sam, il fratellino di Anastasia, che ha due anni e mezzo e mi ricorda molto Polpetta, con la quale ha in comune una proprietà e un’articolazione di linguaggio (e ragionamento) insolite per la sua età, abbinate a caratteristiche da toddler da manuale. Lowry caratterizza con deliziosa comicità questo personaggio, attribuendogli un ruolo quasi da baby ‘genio del male’ in pannolino, talvolta complice della sorella adolescente.
Vivendo con una 2enne che fa domande sui massimi sistemi col ciuccio in bocca, Sam mi ha fatto spesso sorridere.
Spero che 21lettere porterà in Italia anche i prossimi volumi: altre storie della famiglia Krupnik da sgranocchiare come mele rosse, una dopo l’altra.
Lowry, L.(2021). Anastasia, di nuovo! Ed. 21lettere. Trad. di Enrico Santachiara.