Di solito non trovate nei miei post libri di divulgazione, perché mi interessa di più la narrativa. Un’eccezione, questo spuntino di lettura ispirato alla Giornata della Memoria.
Lia Levi scrive una sorta di lettera a puntate a nipoti (e lettori, e studenti che spesso l’autrice ha incontrato nelle scuole) sia ipotetici sia in carne e ossa, seguendo il filo della propria storia personale nel suo intrecciarsi alla storia italiana ed europea.
È una lettera a tratti – e giustamente – dura, che scandaglia anche responsabilità e forme di negazione collettiva del nostro paese. Si articola come una serie di risposte a domande poste da quei ‘nipoti’ , domande a volte un po’scomode.
Ci commuove nel raccontare l’esperienza e lo sguardo di una ragazzina cresciuta nell’Italia delle leggi razziali e scampata per un pelo alla deportazione.
Ci inquieta discutendo di negazionismo e naziskin con lucidità e passione. Soprattutto, dialoga con i giovanissimi di oggi, riconoscendo loro una grande responsabilità:quella di rimanere sensibili, di saper riconoscere il male, non essere indifferenti. Perché la memoria, come i fili di un tessuto, non si interrompa e continui a generare senso, coesione invece che fratture.
Lia Levi, “Il giorno della Memoria raccontato ai miei nipoti”, Edizioni Piemme. Consigliato dalle medie in poi.