Bentornati alla nostra carrellata di letture paurose (ma non sempre, non tutto il tempo) in attesa di Halloween!
Oggi vi racconto di un albo nuovo di zecca, in uscita proprio oggi: si tratta di Mister Black di Catalina Gonzàlez Vilar e Miguel Pang, edito in Italia da Camelozampa. L’ambientazione è da storia di paura – un’isola popolata da mostri, streghe e vampiri. Ci viene subito anticipato che Mister Black, un vampiro dall’aspetto classicamente vampiresco, nasconde un terribile segreto. Voltiamo pagina, ed ecco che scopriamo il ribaltamento ironico di una situazione archetipa proposto dagli autori. Quale sarà questo tremendo segreto? Forse Mister Black ha una collezione di scolaretti rapiti in gita scolastica che mangiucchia come snack tra un pasto e l’altro? No, molto peggio (per la morale isolana): adora il rosa!
Il temibile mostro ama questo colore in tutte le sue varianti. Appena varcata – con un’espressione minacciosa, in realtà circospetta – la soglia di casa indossa pantofole peluchose color chewing gum e si avvolge in una vestaglia a cuoricioni, per poi godersi una solitaria serata nella sua dimora che sfoggia un interior design in 50 sfumature di rosa, addentando solo cibi del suo colore preferito. Potete immaginare la riprovazione dei suoi compaesani se sapessero che Mister Black mangia solo caramelle al lampone e sorbetti alla fragola, per poi sfogliare commosso una copia de La signora delle camelie sprofondato in una poltrona fucsia, circondato da matrioske di Barbapapà e rosei porcellini, con poster dei Popples sullo sfondo? Beh, la disapprovazione sarebbe totale, di questo il vampiro è sicuro, tant’è che da tempo conduce una vita molto riservata, senza invitare mai nessuno a casa sua.
Un giorno, però, Mister Black non riesce a resistere e porta a casa un’auto decappottabile rosa…troppo difficile da nascondere allo sguardo dei vicini, che reagiscono proprio come il vampiro aveva temuto: chi sputa rabbia, chi lo prende crudelmente in giro, chi minaccia di denunciarlo. Cinquanta sfumature di odio, insomma, per chi trasgredisce al codice non scritto dell’isola e si rivela non conforme alle mostruose (è il caso di dirlo) aspettative di questa piccola società.
I cattivissimi vicini decidono di intervenire in massa in un blitz ed eliminare ogni traccia di rosa dalla casa di Mister Black: non solo la sua auto, ma addirittura la sua tazza, lo spazzolino da denti e i peluche finiscono in mare.
Mister Black, pietrificato, diventa sempre più tetro, solitario e terrificante…come un vero vampiro. Ora sì che i suoi vicini lo ammirano. Finchè un grande incendio, una sera, non costringe tutti gli abitanti del vicinato a scappare di corsa dalle loro case…così come sono. E Mister Black scopre divertito che praticamente tutti i suoi compaesani, nell’intimità delle loro case, amano vestirsi con mille colori e fantasie, bijoux e accessori variopinti. Nessuno di loro, quindi, si conformava davvero alle rigide aspettative di look imposte a Mister Black…ma tutti erano intervenuti in modo brutale per ristabilire l’ordine quando era toccato a lui essere esposto alla pubblica rabbia. Tutti pronti, insomma, a riaffermare lo status quo e a fare la parte dei duri per nascondere la propria mancata aderenza ai canoni.
Il finale dell’albo è positivo e coloratissimo e lascia capire che sull’isola adesso tutti i mostri sono liberi di essere se stessi e di stare con gli altri senza timore di essere esclusi. Non viene affrontato direttamente il nodo tematico dell’attacco (violento) di cui il nostro vampiro è stato vittima, ma sembra che ora le tensioni con i vicini siano state superate.
Il messaggio dell’albo è piuttosto esplicito, ma si tratta comunque di un’opera che evita il didascalismo e che condisce il suo tema con ironia e un’estetica graffiante e surreale.
Da una parte, la metafora scelta dagli autori si può leggere in modo versatile e usare la storia come spunto per parlare con i bambini (penso a un contesto di scuola primaria o anche dell’infanzia) di pregiudizi e stereotipi che possono applicarsi in diverse situazioni. Le dinamiche dell’isola dei mostri – vergogna, isolamento di chi si sente diverso per un qualunque motivo e intimidazione da parte del branco – ricordano fin troppo bene quelle della discriminazione, dello stigma e del bullismo che esistono non solo tra bambini e ragazzi, ma anche tra adulti, in contesti differenti.
Dall’altra parte, anche una lettura del tema preso ‘alla lettera’ può stimolare una discussione interessante proprio sul rosa, in un contesto sociale in cui i bambini fin da piccolissimi respirano stereotipi di genere banali e dannosi anche solo attraverso gli oggetti da cui sono circondati e il marketing da cui sono bersagliati loro e i loro genitori. E’ davvero necessaria questa divisione convenzionale tra rosa e azzurro? Sono i colori a “renderci” maschi e femmine e cosa vuol dire essere maschio o femmina, per noi? Cosa succede nella realtà di tutti i giorni se un bimbo vuole vestirsi di rosa o avere uno zainetto fucsia? Chi sono i soggetti che cercano di convincerlo che non si può fare?
Una nota finale: mi piace immaginare che – come suggerisce la doppia tavola finale – adesso che non hanno più segreti di cui vergognarsi, gli abitanti dell’isola abbiano molto meno bisogno di consolarsi circondandosi di oggetti, chiusi in casa propria e possano trovare piacere in un tempo condiviso di socialità, in uno spazio pubblico nel quale nessuno debba più avere paura.
Forse vedo tutto troppo rosa? 😉
Gonzàlez Vilar, C., Pang, M. (2020). Mister Black. Camelozampa
Età consigliata: dai 5 anni