Ho sfogliato In the tube, nuovissimo albo di Alice Barberini, edito da Orecchio acerbo editore, e immediatamente mi ha raggiunto un’ondata di saudade britannica: che voglia di perdermi anch’io (munita, però, di mappa della metropolitana) tra le strade di Londra, una delle mie città preferite!
Questo affascinante silent book ci porta nel sotterraneo cuore pulsante della capitale inglese: la tube, la metropolitana più antica del mondo. Un non luogo, da un certo punto di vista, in realtà denso di attività; un’intrigante rete di cunicoli attraversata da storie che scorrono, che percorrono le viscere della città. E nella quale può capitare di smarrirsi. Una delle più grandi paure che molti di noi, forse, ricordano della propria infanzia – perdersi, rimanere da soli – e che ritroviamo da grandi, dall’altra parte, se abbiamo dei bambini.
Non è sottoterra che inizia questa storia silenziosa – destinata a popolarsi di una selva di rumori e suoni nella nostra immaginazione – ma all’interno di una graziosa casetta, dove un gatto si sveglia, si stiracchia e fa un giro di perlustrazione. Nelle camere i letti sono disfatti e dalla cucina proviene un certo chiasso: il felino si arrampica su una sedia per valutare la gravità della situazione. Fratello e sorella (alla fine scopriremo i loro nomi, Nick e Blanche), lui un bambino biondo sui 7 anni, lei una ragazzina di qualche anno più grande, si stanno contendendo animatamente la scatola dei cereali. Ironicamente, tanti post-it di raccomandazioni (probabilmente della mamma dei due litiganti) punteggiano benevoli l’entropia domestica.

L’orologio a cucù annuncia che sono le otto, e i due fratelli devono sospendere il loro bisticcio per precipitarsi a scuola. Sulla porta, un ultimo post-it ricorda ai bambini di tenersi per mano nel tragitto. Il fogliettino si stacca e finisce sotto una scarpa del fratellino minore. I fratelli corrono, tenendosi per mano, fino all’ingresso della stazione di Regent’s Park. Qui, però, Nick si ferma per togliersi il pezzo di carta che gli dà fastidio sotto la scarpa, e i due si perdono di vista in mezzo al fiume di gente che entra ed esce dalla metro. Blanche avvista un berretto rosso e lo rincorre su un treno, scambiandolo per il fratello. A Oxford Circus, si accorgerà, con sgomento, che non era lui.
Nel frattempo, il fratellino, spaventato, si aggira tra i passanti e chiede indicazioni;riesce a salire su un treno, ma le sue peripezie non sono ancora finite. Nel frattempo, intorno ai due ragazzini accade Londra: una folla variegata e variopinta di persone viaggia e cammina, in un brulicare di vita e di vite che si intrecciano, talvolta sfiorandosi tra loro e sfiorando quelle dei protagonisti. E’ un mondo chiassoso e frenetico, tutti hanno fretta, tutti sembrano sapere dove andare. Tutti tranne Nick, piccolo in una marea di adulti spesso indaffarati, disattenti, distratti anche quando hanno buone intenzioni. E Blanche, che conosce la strada per arrivare a scuola ma è ugualmente smarrita quando si rende conto di aver perso per strada il fratello. Una metafora d’infanzia, ma anche dei tanti momenti della vita in cui ci si perde e ci si ritrova, lieve e priva di didascalismo.

Le tavole, dal taglio cinematografico, ci accompagnano con uno stile realistico e al contempo delicato dentro la metropolitana. Ai passanti si mescolano, magicamente (perchè Londra è magica, dai) i Beatles, Elton John, David Bowie, Freddie Mercury e altri volti della scena musicale degli anni Sessanta e Settanta, mentre sulle pareti delle gallerie si avvicendano colorati manifesti che, tutti insieme, formano una deliziosa serie di citazioni pop, con titoli di canzoni che sembrano fare da eco alla piccola, ma intensa odissea urbana dei due fratelli, in un crescendo di emozione. Sarà proprio inseguendo il post-it con scritto “Tenetevi per mano”, sulla scia di che Nick troverà la sorella, che lo stava aspettando fuori da Oxford Circus.

Una lettura tenera e coinvolgente per tutti coloro che, a qualunque età, si sono sentiti piccoli in una grande città. A tutti quelli che esplorano la giungla urbana cercando qualcuno da tenere per mano, con cui condividere quell’avventura. E a tutti quelli che amano Londra.
Barberini, A. (2020). In the tube. Orecchio acerbo editore.
Età consigliata: dai 6 anni.