Si sono affacciati in libreria da pochissimo due nuovi albi illustrati che mi sono subito piaciuti un sacco. Sono entrambi dedicati a un topos della letteratura per piccoli e piccolissimi – la relazione con la mamma – che spesso viene affrontato con toni e contenuti stereotipati o molto mielosi. Entrambi sono portatori di una freschezza e una gioiosa scintilla di originalità che li collocano immediatamente al di là di ogni rischio di stereotipia e melassa.
Hanno in comune, tra altre cose, uno sguardo giocoso – ma consapevole – sulla maternità come opportunità di metamorfosi, di trasformazione, di apprendimento e ri-scoperta della realtà attraverso la piccola creatura gnomica che il destino ha posato nelle nostre mani. Il nuovo, piccolo maestro Jedi che ci svelerà infinite cose nuove, anche su noi stessi, sui nostri limiti e sui poteri magici che non sappiamo ancora di poter sviluppare.
Io e mamma, mamma e io di Miguel Tanco (Emme Edizioni) ha un albo gemello, dedicato, in modo simmetrico, alla relazione padre-figlio. Per adesso mi sono imbattuta nella versione madre-figlia, a mio vedere deliziosa. E’ stato un piacere scoprire il tratto minimalista e ironico di questo illustratore spagnolo, che ci accompagna a sbirciare una giornata vissuta intensamente da una minuscola bambina dai caotici capelli rossi e dalla sua copia in versione adulta, sua mamma, appunto.
La voce narrante parla in prima persona, e, senza le immagini, il lettore potrebbe immaginare che sia la madre a parlare. Ma come nei migliori albi illustrati, testo e parte visiva sono strettamente complementari e le immagini ci fanno capire che la voce è della figlia, in una brillante inversione di ruoli. Ti aiuto ad alzarti, dice la voce, e vediamo la minuscola protagonista che allunga una tazza animalesca alla mamma ancora avvolta nel sonno. Attraverso una serie di scene di vita quotidiana, scopriamo tutto quello che la bambina fa per la mamma. La mette di buon umore al rientro dal lavoro. La aiuta a fare nuove amicizie – e qui vediamo un adorabile tè delle cinque sul tappeto con la presenza di un pinguino, un astronauta, un mostro con le corna e vari altri pupazzetti. La aiuta a fare grandi salti – e qui le due protagoniste giocano a basket. La versione inglese qui recita I help you take giant leaps, e la frase subito assume un secondo senso figurato: la trasformazione che inizia quando si diventa genitori e che ci può portare a cambiare moltissimo, a fare cose, salti, voli che non avremmo mai immaginato.
Ancora, la bimba insegna alla mamma come mettersi in ghingheri – il suo look da apetta con mega antenne a pallina è sicuramente strepitoso. Condivide con lei il piacere della lettura. Mette alla prova la sua flessibilità (facendo yoga insieme), la aiuta a vedere la realtà con occhi diversi e a guardare più lontano. Metafore semplici ma potenti che suggeriscono la portata interiore di questo cambiamento. Come direbbe Gianna Nannini, “tu sposti tutti i miei confini”. Nel tempo, nello spazio emotivo, nella capacità di misurarsi con l’ignoto…oltre che nello spazio e nel tempo quotidiano del qui e adesso. Con una pulce così piccola, è solo l’inizio, ma è un inizio carico di gioia e di sorpresa.
Il secondo albo è Una mamma è come una casa di Aurore Petit, edito da Topipittori. Se l’albo di Tanco si gioca tutto sulle tonalità del rosso, grigio e bianco, questo volume è un’esplosione di colori rotondi e naïf , a partire dalla sovraccoperta (che si può anche aprire ed utilizzare come poster, con l’immagine di copertina in grande formato).
Una serie di tavole intense e ricche di dettagli dolcemente ironici che si fanno istantanee intime dalla relazione di una neomamma e del suo bebè, dagli ultimi mesi di gravidanza ai primi passi.
La maggior parte delle scene inizia con una similitudine: “Una mamma è come…”. Come una casa (per il bebè-inquilino nel pancione). Un nido, nei primi istanti fuori dalla pancia. Un canguro, quando porta il bimbo nella fascia. Un rifugio dall’assedio di parenti e amici stile Paparazzi che infastidiscono il nuovo arrivato o la nuova arrivata.
E’ come la cima di una montagna – in una scena secondo me bellissima, con mamma e bebè, avvolti in una montagna di lenzuola e coperte, che guardano dalla finestra in una pigra mattinata invernale da soli a casa, loro due come un nuovo microcosmo che sta appena iniziando a scoprirsi. Una mamma è come una fontana – in una scena tenera e realistica in cui il papà, presente in molte scene e premuroso, imbocca la compagna che allatta il piccolo a tavola. E’ come uno specchio, che riflette le espressioni e smorfiette del bebè – e, a livello più profondo, le sue emozioni. Ma è anche come una boa nel mare, un paesaggio quando si addormenta in un prato, come un castello su cui arrampicarsi, come uno spettacolo, come un uragano, una medicina, un motore, un dipinto…
In un punto nodale del libro, la mamma si è tagliata i capelli e si guarda allo specchio con il piccolo di qualche mese in braccio.
Una mamma cambia.
Una mamma è una donna che continua ad essere una persona complessa, con idee, bisogni, desideri, fragilità, vissuti sui quali si innesta una nuova, totalizzante esperienza. Una mamma-da-poco è una persona mutevole, che vive nel tempo, che cambia e che continuerà a cambiare, anche per via della piccola, enorme rivoluzione che sta appena iniziando ad attraversare. Non incarna un modello rigido di ‘perfezione’ irreale ma si evolve, si sperimenta e si scopre passo dopo passo insieme al cucciolo della specie che vive con lei.
Non a caso l’ultima tavola – doppia – dell’albo riprende l’incipit: una mamma è come una casa. Che rimane – in questo caso insieme al simpatico, occhialuto papà – qualche passo indietro rispetto al bimbetto che sgambetta, sempre più sicuro, in avanti, sapendo di avere una base sicura alle sue spalle, alla quale tornare.
Petit, A. (2020). Una mamma è come una casa. Topipittori
Età consigliata: dai 2 anni
Tanco, M. (2020). Io e mamma, mamma e io. Emme Edizioni.
Età consigliata: dai 4 anni