Quasi Natale: albi e fumetti per la Terra che verrà

Ok, disclaimer: questo è un incipit poco natalizio e smaccaramelloso 😁

Ho tre bambini piccoli e spesso, di notte soprattutto, ho paura per il loro futuro.

Un po’ per il trend neofascista e autoritario che sta seducendo sempre di più il pianeta, a nord sud ovest est, per il dilagare di una  politica violenta, predatoria senza più alcun filtro-decenza. Un po’ perché c’è ancora tantissimo da fare per sradicare gli stereotipi di genere più tossici, la cultura dello stupro, queste cosette qua che il nostro governo considera bubbole.

Più di tutto mi spaventa la prospettiva di una società, già spaccata in tanti modi, che dovrà sempre più convivere con gli effetti del cambiamento climatico. Anche perché non ho nessuna abilità da survivalista da trasmettere loro, e neanche un mindset così elastico verso i cambiamenti. Io, adesso, non saprei prepararli per quello che potrebbe succedere, mi devo preparare a mia volta.

Credo che queste paure non le dobbiamo riversare, così come sono, su bambini e bambine, ragazze e ragazzi. Però loro sono già nel mondo, sono già parte della società, e credo che abbiano il diritto, come minimo, di parlare – con linguaggio e contenuti adatti alla loro età – di quello che succede e di ricevere qualche chiave di lettura su questi temi. Sia sotto un profilo scientifico, sia sociale e umanistico. Per riuscire a immaginare una via collettiva che non sia solo quella di accumulare ricchezza in attesa del collasso.

Per questo Natale, allora, condivido con voi anche una piccola carrellata di libri che mettono a fuoco, nei modi più diversi, la relazione tra esseri umani e tra umani, ambiente, città in un mondo che cambia velocemente. Non sono tutti catastrofici, anzi. Di qualcuno vi avevo già parlato, e vi metto il link per leggere la recensione più estesa.

Concediamoci di sfogliarli e di lasciarci attraversare dalle domande che magari verranno, anche se non abbiamo tutte le risposte.

1)La stagione dei frutti magici di Levi Pinfold (Terre di Mezzo editore)

Quest’opera di Levi Pinfold, autore, tra altri titoli, di Cane nero e de La diga, è arrivata nel 2016 e al momento è fuori catalogo. Le foto che vedete qui sono dell’edizione inglese, dal titolo Greenling (Templar Publishing).

Le tavole dai toni seppiati di Pinfold sembrano fare dispiegare davanti ai nostri occhi le scene di un film fantastico. Una coppia anziana vive in una piccola fattoria ai piedi di una ferrovia, in un’area che emana vibrazioni decadenti tardo industriali.

Un giorno,il prodigio. Il signor Orzodoro assiste ad un fenomeno straordinario. Da una sorta di fiore (o cavolo) gigante, spunta un bebè pianta verdino. Lui con naturalezza lo porta a casa e se ne prende cura, inizialmente osteggiato dalla moglie.

Il bebè cresce in fretta e ogni giorno intorno a lui crescono frutti e ortaggi ad una velocità miracolosa. La fattoria degli Orzodoro e la ferrovia circostante diventano un’oasi verde, invase da un’esplosione di natura rigogliosa, non addomesticata ma benevola. Una magia destinata a durare il tempo di una stagione, poi il bebè scomparirà  misteriosamente come era comparso.

Un racconto dai sottotoni onirici e a tratti lievemente sinistri, che si può interpretare in modi diversi, ma senza dubbio mette al centro la relazione tra umani e natura, i conflitti ma anche le possibilità che la percorrono.

2)Tessere il futuro di Kirli Saunders e Freya Blackwood (Orecchio acerbo editore)

Un albo suggestivo, che inizia sommessamente, in una periferia del mondo globalizzato dove il cemento avanza lambendo sempre più gli spazi naturali, minacciati dal cambiamento climatico. Vieni, dice una donna anziana ad un bambino, siamo qui per imparare. Il bambino deve imparare a raccogliere i germogli di giunchi, che poi serviranno per intrecciare tappeti.

Intorno a loro si raduna una piccola comunità, letteralmente ai margini della grande città e della sua economia. A intrecciare, a tessere legami. Fino a che il tappeto si trasforma in un simbolo potente. Di sopravvivenza, o di rinascita forse, di cambiamento di un paradigma. E la voce che all’inizio sembrava didascalica, ti accompagna in quel momento in cui trattenere il fiato.

3)Miracolo di Zita Dazzi e Alice Barberini (Edizioni Primavera)

Un albo che mi è difficile raccontare. Ispirato liberamente a Miracolo a Milano, Miracolo è un libro struggente. Onirico e al contempo dolorosamente realistico, è uscito poche settimane prima dell’inizio della pandemia nel 2020.

L’ambientazione retrò, omaggio all’opera cinematografica di Vittorio De Sica, si fonde con una fotografia nitida delle ombre del nostro presente, del contrasto scnadaloso tra opulenza e miseria in una metropoli di un tempo ibrido. Una città che si prepara ad un grande evento, ricca e spietata e al contempo capace di dare un rifugio precario tra le sue pieghe dimenticate, ai più emarginati tra i suoi abitanti.

Lolita e Totò, una ragazza e un bambino, trovano riparo nella Bolla, un edificio abbandonato.

Insieme a loro, una folla di altre persone povere, speranzose o disperate, con in tasca tante storie e tante lingue, condivide questo palazzo occupato. Fino al giorno dello scontro con la polizia.

Un albo che si può condividere con una classe di preadolescenti o giovani delle superiori. Lasciando uno spazio aperto a tante possibili suggestioni e discussioni.

4)La ragazza pesce di Søren Jessen (Camelozampa)

Questo libro illustrato, adatto ad un target di adolescenti, è un po’ angosciante, ve lo dico come disclaimer. Angosciante e al contempo molto ben costruito e molto bello. Perché mette al suo centro uno scenario che non ci augureremmo mai per i nostri bambini né per noi stessi.

Una ragazzina rimane, per molti giorni che sembrano infiniti, bloccata in casa insieme al fratello più piccolo, a causa di un’alluvione che ha colpito la zona dove vivono, isolando la loro casa. I genitori sono spariti dal giorno della catastrofe, la ragazza non riesce a comunicare con nessuno, e si trova a dover gestire le proprie paure mentre si prende cura del fratellino neurodivergente e cerca di rassicurarlo e dargli una routine.

La narrazione si articola magistralmente sul doppio registro del testo e delle immagini, sviluppando una potente e onirica metafora acquatica che sembra richiamare i mari della preistoria, e che si intreccia poi sul piano visivo con la passione del bambino per i dinosauri.

Quello in cui si muove la protagonista è un mondo spaventoso, buio, primordiale, ostile, nel quale emerge chiarissimo il bisogno che abbiamo degli altri, di una comunità intorno. Il finale apre alla speranza, attraverso una metafora che allude, non a caso, alla luce e all’energia.

5)Stardust di Hannah Arnesen (Orecchio acerbo editore)

Un libro straordinario. Un grande volume illustrato che supera i confini tra narrativa e divulgazione, per parlare a lettrici e lettori di età diverse, anche in questo caso direi dalla secondaria di primo grado.

Stardust è un libro potente, che inizia sussurrando per poi chiamarci con urgenza a guardare in faccia il nostro presente, e ad affacciarci su un futuro che ci spaventa. Il tutto declinato in una scrittura limpida che si affianca ad illustrazioni di una bellezza accecante, come in un canto d’amore struggente mosso dalla percezione del legame che unisce tutto ciò che vive, da tempi antichissimi a oggi.

Il volume è diviso in tre parti. Nella prima, l’autrice parla direttamente alla Terra, immaginando, con meraviglia, la sua nascita, la sua evoluzione ben prima che la specie umana arrivasse a percorrerla e mutarla.

Nella seconda parte, la voce narrante si affaccia direttamente sul buio ed interpella la lettrice, il lettore, abitanti di questo tempo contemporaneo. Pone domande pressanti, che bruciano.

Nella terza parte, l’autrice parla ‘a te, figlio, che forse nascerai’. Si rivolge ad un bambino che non c’è ancora, ma che al contempo inizia ad esistere nel pensiero. Arnesen vorrebbe scrivere a questo bambino una lettera nel futuro, e anche qui, con urgenza, si chiede in che mondo vivrà. Vorrebbe sapere com’è andata, se ce l’abbiamo fatta, come specie, ad immaginare concretamente un mondo che non sia incentrato sull’accumulo e lo sfruttamento cieco. Tra queste pagine c’è paura, e c’è speranza. Non è una speranza alla “andrà tutto bene”, è la speranza in una transizione illuminata, in un passo indietro globale per andare avanti, per salvarci. E’ anche la speranza nella forza delle grandi mobilitazioni collettive, che in passato sono riuscite a rendere realtà cambiamenti prima considerati impossibili.

Un libro folgorante, da far leggere a giovani e meno giovani, da tenere in ogni biblioteca scolastica. La recensione completa è qui

6)Il capanno di Ash di Jen Wang (Bao Publishing)

Questa corposa graphic novel è strutturata come un diario, quindi attraverso una narrazione in prima persona, che ha per protagonista Ash, 15 anni.  La premessa del romanzo richiama una sorta di Into the wild adolescenziale. Ash sta attraversando un periodo di profonda crisi e di messa in discussione di sé e dei suoi obiettivi. La sua sensazione è che il mondo spinga in una direzione contraria al suo sentire e a ciò che è sostanza, e non solo forma. E proprio in questo momento di crisi, per caso nella sua mente prende forma un piano. E riesce a metterlo in pratica, fuggendo nella natura selvaggia della California settentrionale, in compagnia solo del suo cane Chase, alla ricerca di un misterioso capanno che il nonno raccontava di aver costruito in un luogo segreto nei boschi. Con un misto di lucidità ed incoscienza, Ash affronta, passo dopo passo, la realizzazione di questo obiettivo folle -agli occhi altrui- che però percepisce come necessario, l’unica cosa che davvero desidera. In un’immersione totale nella foresta, Ash vive l’euforia e il terrore, la fatica, la vertigine e la responsabilità di avere solo se stess* su cui contare. Wang ci regala un’opera densa e complessa, che pone domande attraverso lo sguardo di un*adolescente.  Una persona in trasformazione per eccellenza, umana, imperfetta, egocentrica per certi versi, talvolta irritante, e al contempo capace di sentire e interrogarsi profondamente, più di tanti adulti, sul senso del tutto.

Da questo caleidoscopico disegno sembra emergere, se vogliamo, una sola certezza, un imperativo da ascoltare con urgenza: quella dell’interconnessione, inevitabile e necessaria, tra tutti gli esseri viventi.
La recensione completa è qui

7)I Pizzly di Jérémie Moreau (Tunuè)

In questa graphic novel corposa e densa, per un pubblico adolescente, Moreau ci racconta la storia di una crisi, di una decostruzione e di una scoperta, in una narrazione che non dà risposte, ma lascia spazio all’immaginazione e alla speranza.

Tre fratelli parigini in una fase di grossa crisi hanno l’opportunità di trasferirsi per un po’ nelle foreste dell’Alaska, insieme ad una donna anziana del posto che si prenderà cura di loro. Per cambiare aria, imparare a sopravvivere in un luogo totalmente altro dalla metropoli, forse iniziare a guarire.

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Il pizzly (orso grolare) è un ibrido tra orso polare e grizzly, una nuova specie che diventa, qui, simbolo di un’umanità al bivio, chiamata ad un cambio di paradigma da cui dipende la sua stessa sopravvivenza.

La recensione completa è qui

8)Noi animali umani di Rosie Haine (Donzelli editore)

Chiudiamo il cerchio con un albo illustrato a cavallo tra divulgazione e narrativa, che ci propone un’esplorazione narrante di ciò che la nostra specie era in origine.

Animali umani.

Animali che vivevano immersi nei cicli e nei ritmi naturali, esperti del mondo intorno a sé, acuti osservatori. Animali che sapevano provvedere a se stessi, prendendo dall’ambiente il necessario. Che sapevano costruire con le mani i propri oggetti.

Animali con alcune caratteristiche uniche: la capacità di inventare un linguaggio verbale per dire le cose e le idee. Quella di immaginare ciò che non vedono e di cercare spiegazioni ai fenomeni. Quella di stupirsi e meravigliarsi di fronte a ciò che è ancora mistero.

Rosie Haine evoca un tempo, un ritmo del quale – se ci mettiamo in ascolto – possiamo ancora sentire l’eco e il richiamo potente, al di là dell’immenso divario di conoscenze e tecnologie che sembra separarci e dividerci da quelle donne, quegli uomini, quei bambini e quelle bambine.

La recensione completa è qui

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