Amaranta

E’ arrivato nel 2024 sui nostri scaffali Amaranta, graphic novel di Kat Leyh – autrice di Lumberjanes – edita da Il Castoro. Mi aveva subito incuriosito, ma ve la racconto adesso, dopo una seconda lettura a distanza di tempo. E, non a caso, arriva adesso, nel periodo che mi piace dedicare al genere fantastico, perché è una narrazione che si può collocare nella dimensione del realismo magico.

Siamo nei primi anni Duemila ed è estate quando la traiettoria di Amaranta si interseca con quella di Jacks. L’inizio della loro conoscenza non fila liscissimo. Amaranta sta navigando le acque mosse della preadolescenza, e le sta navigando in solitaria (fatta eccezione per una mamma con la quale ha una bella complicità e il suo cane Good Boy), perché i coetanei la considerano strana.

Jacks è una donna anziana che vive in un campeggio per caravan, gira con un cappotto nero ed una benda su un occhio e ha la fama di essere una strega.

Il loro primo incontro è segnato da un equivoco, che presto si chiarisce. E lo scontro iniziale si trasforma in qualcos’altro. Le due si annusano e, con ritrosia, lentamente, si riconoscono in qualche modo come affini. Iniziano a collaborare ad un progetto comune, perché ad entrambe stanno a cuore gli animali maltrattati o feriti. E scoprono, via via, altri punti di contatto. Alcune parti dell’una si rispecchiano nell’altra, alcuni nodi del passato di Jacks emergono e si intrecciano con il legame che le due stanno costruendo nel presente.

I mesi passano e quest’amicizia intergenerazionale, improbabile ma solida, si trasforma anche in qualcos’altro, aprendosi ad una dimensione di apprendistato. Amaranta, infatti, scopre, lavorando al fianco di Jacks, qualcosa di speciale sull’amica, e su di sé.

Nel frattempo, nasce e cresce anche la sua amicizia con Lou, che frequenta la sua stessa scuola e sta navigando, a sua volta, acque un po’ tempestose. I due si incontrano a metà strada. Entrambi, per motivi diversi, sono alle prese con un vissuto di marginalità rispetto ai ragazzini e alle ragazzine più popolari ed ai bulletti del momento. Ed entrambi traggono, da questa nuova amicizia, una spensieratezza di cui forse sentivano la mancanza e una maggiore sicurezza rispetto allo stare bene nei propri panni. Perché l’adolescenza fila molto più liscia quando troviamo le persone affini con cui viverla, quelle strane al punto giusto per fare “clic” con il nostro sentire.

Dentro questa narrazione ci sono diversi fili conduttori, sull’identità, sul senso del nostro stare nel mondo negli anni della crescita e non solo, a cavallo tra la sfera della vita quotidiana di Amaranta e dei suoi affetti ed una soprannaturale, che gradualmente assume sempre più rilevanza. Amaranta trova le sue persone, e in parallelo scopre, letteralmente, il proprio potere. E questo le apre tutto un potenziale percorso per imparare come utilizzarlo,e per cosa.

A percorrere tutta la narrazione scorre, come fil rouge, la profonda connessione delle protagoniste con gli elementi naturali, con il bosco e con gli animali, che si fanno protettori ed intermediari, per certi versi, del rapporto tra esseri umani e mondo magico.

Una serie di flashback sulle vicende personali di Jacks offre uno spaccato storico sulle trasformazioni nelle relazioni familiari e rispetto a pregiudizi di genere e sull’orientamento sessuoaffettivo. Mostrando come i giovanissimi protagonisti, in qualche misura, debbano ancora misurarsi con determinati stereotipi, sia pure in uno scenario molto mutato.

Una graphic novel da non perdere, dall’intreccio denso e articolato, che offre molti temi e spunti narrativi da esplorare sia a giovani lettori e lettrici dai 12 anni circa in su, sia a ragazze e ragazzi più grandi.

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