Quando ho visto che era in uscita il terzo albo di questa serie di Aurore Petit, edita in Italia da Topipittori, ho gongolato e appena possibile l’ho sfogliato con curiosità e piacere.
Si tratta del terzo ed ultimo tassello di un’opera squisitamente personale, che l’autrice ed illustratrice francese ha dedicato ad un capitolo della sua vita, iniziato con l’attesa del primo figlio. Questi albi hanno accompagnato anche la storia della mia, di famiglia. Una mamma è come una casa è uscito all’inizio del 2020, e tra le sue pagine noi mamme di Gnoma Uno (aka Polpetta) ci siamo rispecchiate e anche divertite (ve lo avevo raccontato qui, qualche giorno prima dell’inizio del grande lockdown numero uno).
Anche il secondo volumetto, Arrivo!, mi è molto molto caro, perché ha accompagnato la ricerca, e poi l’attesa di Gnomo Due, ed è il librino che abbiamo regalato alla futura sorella maggiore proprio per darle la notizia che un fratellino era in viaggio nella mia pancia.
Grande! è arrivato da poco e ci racconta una nuova fase di vita della famiglia protagonista degli albi precedenti, due anni dopo l’arrivo della seconda bimba. Ritroviamo qui volti che avevamo già incontrato, in continua crescita ed evoluzione, e il calore di una casa nella quale eravamo già entrati. Se il libro che ha dato inizio alla serie aveva fotografato la potenza trasformativa della prima maternità, e il secondo le emozioni di una nuova attesa vissuta in tre, questo volumetto è una gioiosa celebrazione dei 2 anni. Un’età che, personalmente, ho trovato favolosa – al netto della fatica- con la nostra prima figlia, ma che, diciamo, non gode di grandissima fama.
Come in Arrivo!, la voce narrante è quella della bambina, che presenta e definisce se stessa e il suo mondo. La prospettiva del libro, però, non è la sua. Piuttosto, le tavole sembrano metterla al centro, inquadrarla attraverso lo sguardo divertito e innamorato di una persona adulta, che fa talvolta da contraltare, teneramente ironico, alla voce della protagonista.

Al centro dell’inquadratura, lei. Quel batuffolino che avevamo lasciato alla fine del volume precedente ora è una splendida duenne, vivace, buffa e determinata, nel pieno di questa tappa unica di sperimentazione di se stessa e del mondo. Sono grande è, naturalmente, il motivo che ci accompagna in giro tra queste pagine.
La protagonista ci presenta la sua famiglia, il suo gatto, i suoi giochi, la sua routine quotidiana e le tantissime cose che ormai sa fare “da sola”: lavarsi, vestirsi, andare in bici, guidare, saltare, arrampicarsi… Il mondo è grande ma lo è anche questa bambina meravigliosa, che lo esplora e si mette in gioco, provando a fare da sé e facendo pasticci, come è naturale e necessario e sacrosanto che sia.

Queste tavole a colori brillanti colpiscono per il taglio fotografico e il gioioso realismo, forse perché assomigliano alle foto che scattiamo noi, genitori di piccolissimi umani, mentre loro giocano facendo le vocine, si scatenano nel bagnetto, o semplicemente dormono con le loro guance ancora paffute e le piumette sudaticce. Sperando di catturare quegli istanti, consapevoli che questo splendore coccoloso, questo essere nuovi al mondo durerà pochissimo e che vorremmo conservarlo in un barattolo per sempre.

I grandi in questo libro ci sono, sono la cornice rassicurante di molte delle vicende quotidiane ritratte. Spesso vediamo solo le loro mani (o i loro piedi) che si prendono cura o sostengono lasciando allo stesso tempo alla bimba la possibilità di fare.

Un librino che è l’ultima tappa di questa serie, anche se rappresenta l’inizio di un lungo viaggio. Da non perdere, se avete amato Una mamma è come una casa e Arrivo!.
