Si dipana sullo sfondo di una cocente estate mediterranea Scintilla, opera di Nadia Terranova e Mariachiara Di Giorgio.
Un libro che è un romanzo a figure, una creatura ibrida nella quale un folgorante, prezioso, materico apparato visivo è parte integrante, imprescindibile della narrazione: non solo la completa, ma la espande. Le illustrazioni dicono in un’altra lingua o mostrano in una filigrana ciò che il testo sottende ma tace, portandoci avanti e indietro nel tempo, suggerendo e talvolta anticipando snodi dell’intreccio.

È l’inizio dell’estate a Panormo, città immaginaria che rappresenta Palermo. Antonio, che si affaccia sul confine tra l’infanzia e tutto ciò che viene dopo, sta vivendo un tempo di attesa e inquietudine. È un bambino fortunato, che vive in una bella casa circondata da un rigoglioso giardino, non lontano dai boschi e dal mare. Ma è anche un bambino che si sente solo, circondato da adulti e preoccupato per la mamma Alice, attivista ambientalista che è via da casa per combattere una battaglia che le sta molto a cuore.
La mamma in realtà non è lontana, si trova nel bosco vicino a casa, a rischio di essere distrutto per la realizzazione di un ponte autostradale, ma non si fa sentire. Per tenergli compagnia, il papà ha invitato una vivace zia che Antonio adora, ma quest’anno niente sarà come prima, perché la zia ha portato in vacanza con sé il figlio adolescente del suo fidanzato, Anthony, che è taciturno e ne ha i suoi motivi.
È in questo scenario che, da un imponente camino da tempo in disuso, fa capolino una misteriosa bimba dai capelli rossi. Antonio la chiama Scintilla. La bambina si fa vedere solo da lui, nei momenti più inaspettati, ed inizia ad occupare un po’ del suo tempo, con chiacchiere e giochi, e un po’dei suoi pensieri.


Scintilla è misteriosa: non è un fantasma, non è morta, viene da un altro tempo e ha i capelli rossi come Alice, ha qualcosa di familiare che però sfugge alla comprensione.
Le settimane di questa estate lenta ma densa passano, nuove relazioni si stringono, solo la mamma è sempre assente e silenziosa, e questo silenzio pesa. Anche se Scintilla – fantasma, bambina, volpe? – a volte riesce a fare arrivare ad Antonio, attraverso non si sa quale passaggio dimensionale, degli strani messaggi da parte sua.


Il tempo scorre, anche la battaglia di Alice raggiunge un punto di svolta. E nel frattempo, arriva per Antonio il momento di affacciarsi sul mistero di Scintilla.



Un emozionante racconto, questo, che riprende il topos dei viaggi nel tempo, molto amato anche nella letteratura per l’infanzia – pensiamo a Tom e al Giardino di mezzanotte di Philippa Pearce, per esempio – con un twist brillante.
Scintilla vede – da lontano – e comprende il malessere di Antonio, la sua malinconia che gli adulti non riescono a cancellare, perché scomoda, con attenzioni e diversivi.
Ha lo sguardo di una bambina, una bambina che viene da un altro tempo, uno sguardo attento e capace di intercettare e capire in profondità quello del piccolo protagonista. Sarà proprio lei, passando simbolicamente nel fuoco di questo camino-portale, a regalare al suo amico un po’ di calore e leggerezza.Scintilla arriva, non si sa come, per aiutare Antonio ad attraversare questo tempo inquieto, e a portargli un messaggio luminoso.
Scintilla arriva, non si sa come, per aiutare Antonio ad attraversare questo periodo inquieto, e a portargli un messaggio luminoso.
Un libro che è un elegante e sorprendente baule del tesoro, una fotografia realistica di un gomitolo di relazioni intergenerazionali – imperfette, tenere, a volte dolorose, comunque vitali – capaci di lasciare una traccia, di creare una scia che si propaga nel tempo.
Terranova, N., Di Giorgio, M.(2024). Scintilla. Mondadori
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