Meglio tardi che mai, eccomi con un piccolo spuntino di lettura per questa spooky season. Del resto, se fino a qualche giorno fa vivevamo in uno scampolo apparentemente infinito di fine estate, secondo i miei calcoli ora siamo giusto in tempo per iniziare con l’#autunnofantastico! 🍁
Questa graphic novel è una chicca per chi, come me, oltre ad amare le streghe ha avuto il suo imprinting da lettrice con le sorelle March, ed è disponibile ad assaggiarne una reinterpretazione (qui vi avevo raccontato, a questo proposito, la mia reazione a caldo dopo aver visto il film di Greta Gerwig al cinema https://immaginarie.net/2020/01/13/travolta-da-greta-gerwig/ )
Little Witches. Magic in Concord di Leigh Dragoon è un esperimento che gioca con il grande classico di L.M. Alcott, ma adottando un’ambientazione che è tutto un universo parallelo. Di Piccole donne esistono già varie riscritture sotto forma di fumetto. Dragoon trasporta, però, le quattro sorelle letterarie forse più radicate nel nostro immaginario in un mondo parallelo: sono gli Stati Uniti della guerra di secessione, con tutte le loro laceranti divisioni legate allo schiavismo, ma sono anche una società nella quale le persone con abilità magiche convivono apertamente con coloro che non ne hanno, in un complesso equilibrio di potere nel quale la magia si interseca con altre dimensioni come razza, classe sociale, genere.

L’autrice conosce bene (e ama) l’opera originale, oltre che la biografia di Alcott, e intesse con cura molti elementi portanti di entrambe nella sua trama e nel suo ordito.
Le sorelle March sono streghe, cresciute praticando una forma domestica ed altruistica di magia, e si ritrovano ad accogliere i nuovi vicini, i Laurence, che sono dei witchfinder. Non cacciatori di streghe, che in questo universo vivono alla luce del sole come nessuna e nessuno mai, ma una sorta di polizia parallela dei non – magici per sorvegliare e punire gli usi illegali della magia.

I personaggi, il linguaggio, le dinamiche di relazione rispecchiano consapevolmente quelli dell’originale, adattandoli a questo contesto alternativo. Ritroviamo, quindi, le voci di Meg, Jo, Beth ed Amy, giovani streghe con poteri diversi, intente a combattere ciascuna una sua battaglia interiore, desiderose di soddisfare le aspettative dei genitori trascendentalisti (la corrente filosofica della quale faceva parte la famiglia di origine di Alcott), ma anche, ognuna a suo modo, di trovare la propria strada e la propria felicità.

Ritroviamo Marmee, un’autoritaria zia- strega March, il padre adorato e assente, le gelosie e le alleanze tacite tra sorelle, l’intesa tra Jo e Laurie, i conflitti che nascono dal diverso modo di stare al mondo delle giovani protagoniste.

Jo (correttore, smettila di cercare di farmi scrivere Ho), l’amore più duraturo della mia infanzia e oltre, ne emerge, come sempre, impulsiva e inquieta. Ma anche Amy ha una bella parte qui. Meg gioca sempre il suo ruolo conciliante e conformista, ma con qualche turbamento. Di Beth, in un curioso epilogo, scopriamo il lato animalista.
La parte centrale della trama – le sorelle e Laurie che indagano su una maledizione che sta mietendo vittime a Concord – non viene approfondita molto, appare più come un pretesto per lasciare dispiegare tutte le dinamiche di relazione e il percorso evolutivo dei personaggi.

Nel complesso, una lettura gustosa e paradossalmente, per me, piuttosto rispettosa dell’originale. Le basi che pone potrebbero essere abbastanza solide per dare spazio a dei capitoli successivi, seguendo l’ordine della saga.
Dragoon, L.(2020). Little Witches.Magic in Concord. Oni Press.