Ha una sequenza iniziale che ci trasporta subito in un immaginario leggermente nostalgico alla Stranger Things questa graphic novel di Ryan Andrews che è stata finalista al Premio Andersen 2022. E’ il festival dell’equinozio d’autunno e tutta la cittadina si raduna per lanciare, come da tradizione, centinaia di lanterne di carta illuminate nel fiume. Ogni anno Ben e i suoi amici seguono per un pezzetto il percorso delle lanterne scendendo in bici sulla strada lungo il fiume. Ma quest’anno sarà diverso dagli altri: i quattro ragazzini hanno stretto un patto. Nessuno torna a casa. Nessuno si volta indietro. Si spingeranno dove nessuno è mai arrivato, per scoprire dove finiscono le lanterne.

Eccetto che, arrivati alla fine del paese, tutti gli amici di Ben per un motivo o per l’altro (la Tacos night mi sembra quello più condivisibile) si fermano e iniziano a pedalare verso casa. Ma c’è Nathaniel, il compagno di scuola nerd che li stava seguendo, snobbato dal gruppo. Lui e Ben erano amici da bambini, i loro padri lavorano insieme all’osservatorio astronomico. Ma Ben, crescendo, si è avvicinato ai ragazzini più popolari prendendo le distanze da Nathaniel.
Ora si ritrovano soli, sotto le stelle, su quel ponte che separa il paese dall’avventura che Ben e i suoi amici volevano inseguire. Simbolo del confine tra il mondo conosciuto dell’infanzia e tutto l’ignoto che può venire dopo. Non era con Nathaniel che Ben si era immaginato di superare quel confine, ma Nathaniel è lì, disponibile a mettersi in gioco. E allora i due inforcano le bici. La strada si allontana dal fiume e si addentra nel bosco. E da qui le cose più inaspettate succederanno, sullo sfondo di una notte profondamente blu, in un mondo con molti echi della cultura giapponese del fantastico e in particolare dell’opera di Miyazaki.



Gli incontri che Ben e Nat faranno e i luoghi che vedranno saranno strabilianti. E intanto la loro relazione attraverserà scossoni ed evoluzioni. I nostri due protagonisti vivono l’immersione nell’avventura con mood molto diversi. Ben è sospettoso, controllato, inizialmente ha un atteggiamento individualista ed escludente verso l’amico d’infanzia, la cui presenza tollera a malapena per non stare solo. Nathaniel ha un approccio alla vita aperto, curioso, entusiasta, ancora condito da una gioiosa ingenuità infantile alla quale si mescolano, però, uno sguardo acuto sugli altri e momenti di vera genialità capaci di risolvere situazioni intricate.
Chi legge è chiamato ad addentrarsi tra le strade e le digressioni di questa narrazione deliziosamente surreale e incantata, senza troppa preoccupazione di perdere il filo, perché perdersi qui è bellissimo. A loro volta i protagonisti si perdono. E poi ritrovano una strada, conducono e si lasciano trasportare.

Per Nathaniel è più facile. Ben ha bisogno di più tempo per lasciar andare freni e riserve. Ma entrambi decideranno di abbracciare, insieme, l’universo misterioso che li circonda e aprirsi alla meraviglia che si svela e si dipana di fronte ai loro occhi.
Un romanzo a fumetti godibile dai 9-10 anni fino a molto più in su (ma anche più giù, naturalmente, dipende sempre da che lettrice o lettore avete davanti).
Andrews, R.(2021). Era il nostro patto. Il Castoro