3 libri per la Terra che verrà

Amiche e amici immaginari, non so se anche voi avete come una lieve sensazione di apocalisse imminente, di questi tempi. Sociale e politica e subito dopo ambientale. Io sì.

C’è tanto da dire e da fare, e per iniziare, se nel vostro lavoro o nella vostra vita c’è la delicata responsabilità di crescere giovani esseri umani, vi racconto qua di tre libri ricchi di spunti per dialogare sul mondo che abitiamo. Proprio nel senso della Terra, come pianeta su cui siamo ospiti.

I Pizzly

Cominciamo da I Pizzly di Jérémie Moreau, che in italiano troviamo nel catalogo Tunuè e che nel 2024 ha vinto un premio Strega. Una graphic novel corposa e densa, per un pubblico, direi, dai 12-13 anni in su. Moreau ci racconta la storia di una crisi, di una decostruzione e di una scoperta, in una narrazione che non dà risposte, ma lascia spazio all’immaginazione e alla speranza.

Tra l’altro, adoro questa copertina che, per me, è un rimando e un omaggio ai fratelli Darling di Peter Pan, in volo verso l’Isola che non c’è.

Nathan ha circa vent’anni e da alcuni anni, dopo la morte della madre, si occupa dei fratelli minori, l’adolescente Zoe e il più piccolo, Etienne, facendo l’autista Uber, dopo aver rinunciato a studiare. Il carico sulle sue spalle è pesante, sul lavoro sta sfiorando il burnout, spia di un malessere più profondo a cui non sa dare nome. Alle sue difficoltà ad orientarsi, se non con il navigatore, nelle strade di Parigi, corrisponde un suo disorientamento più intimo, un’angoscia di vivere. Nathan ha assunto delle grandi responsabilità, ma l’equilibrio che ha costruito è fragile e crolla quando, alla guida dell’auto di cui sta ancora pagando le rate, ha un incidente e il veicolo viene distrutto.

Per un caso, di quelli che possono cambiare una vita, la sua passeggera al momento dell’incidente, Annie, entra in confidenza con lui e gli fa un’offerta incredibile. Gli propone di lasciare Parigi e di trasferirsi per un po’ nelle foreste dell’Alaska, insieme a lei e ai fratelli. Per cambiare aria, imparare a sopravvivere in un luogo totalmente altro dalla metropoli, forse iniziare a guarire.

Nathan accetta e, nonostante le resistenze dei fratelli minori, la giovane famiglia parte. Anche per Annie questo è un viaggio importante, un viaggio di ritorno ai suoi luoghi di origine, dopo molti decenni trascorsi in Francia. Tutti e quattro, quindi, vanno incontro ad un nuovo inizio.

La terra che Annie aveva lasciato sta attraversando dei cambiamenti tangibili, sia come conseguenza della crisi climatica, sia a livello sociale. Tanti luoghi sono diversi da come li ricordava, il ciclo delle stagioni è mutato, tante persone se ne sono andate. Eppure, c’è ancora la natura – selvaggia, pericolosa per certi versi. Casa. C’è una vita fisicamente dura alla quale i tre giovani cittadini, inizialmente, fanno fatica ad abituarsi. L’elettricità è scarsa, internet diventa un ricordo. I ragazzini non si trasformano istantaneamente in Heidi che saltella con le caprette, ma in loro inizia una lenta metamorfosi. Zoe ed Etienne fanno, gradualmente, spazio dentro di sé alle leggende ancestrali di Annie, che parlano di una fusione primordiale tra gli esseri viventi e la terra. Stringono nuove relazioni, riprendono contatto con giochi e passatempi che avevano abbandonato, presi da interessi più tecnologici. Trovano nuovi ritmi, un respiro diverso.

Nel frattempo, Nathan cerca se stesso, cerca un orientamento nei boschi, negli spazi sconfinati che lo accolgono. L’Alaska che Moreau racconta non è un Eden, e i nostri protagonisti dovranno fronteggiare la complessità di una terra segnata dalla crisi. Che, però, per loro forse diventerà il luogo giusto per trovare un nuovo senso, un senso di sé più integrale, forse una direzione necessaria per immaginare, collettivamente, un futuro.

Il pizzly (orso grolare) è un ibrido tra orso polare e grizzly, una nuova specie che diventa, qui, simbolo di un’umanità al bivio, chiamata ad un cambio di paradigma da cui dipende la sua stessa sopravvivenza.

Stardust. Polvere di stelle

Stardust di Hannah Arnesen, edito da Orecchio acerbo editore, è un libro straordinario. Un grande volume illustrato che supera i confini tra narrativa e divulgazione, per parlare a lettrici e lettori di età diverse, anche in questo caso direi dalla secondaria di primo grado, senza un limite verso l’alto. Ma naturalmente, questa indicazione può variare in base alla sensibilità e alla curiosità di chi legge.

Proprio in questi giorni è stata inaugurata, alla libreria Mutty di Castiglione delle Stiviere (MN) una mostra tutta dedicata a quest’opera, e se ne avete l’opportunità, anche questa può essere un’occasione di incontrare Stardust.

Arnesen è una giovane autrice e illustratrice svedese che ha portato a compimento, in queste pagine, un lavoro di anni. Un lavoro artistico, ma anche interiore. Stardust è un libro potente, che inizia sussurrando per poi chiamarci con urgenza a guardare in faccia il nostro presente, e ad affacciarci su un futuro che ci spaventa. Il tutto declinato in una scrittura limpida che si affianca ad illustrazioni di una bellezza accecante, come in un canto d’amore struggente mosso dalla percezione del legame che unisce tutto ciò che vive, da tempi antichissimi a oggi.

Il volume è diviso in tre parti. Nella prima, l’autrice parla direttamente alla Terra, immaginando, con meraviglia, la sua nascita, la sua evoluzione ben prima che la specie umana arrivasse a percorrerla e mutarla. Sono pagine dense di stupore per quel tempo lunghissimo che ha visto, nel silenzio, crearsi le condizioni per l’esistenza di esseri viventi. Per quelle trasformazioni sconvolgenti, attraverso le quali il pianeta è sopravvissuto, cambiando, la morte e la vita sempre intrecciate tra loro. Ere geologiche, glaciazioni, estinzioni di massa.

Nella seconda parte, la voce narrante si affaccia direttamente sul buio ed interpella la lettrice, il lettore, abitanti di questo tempo contemporaneo. Pone domande pressanti, angoscianti, che bruciano. E’ la voce di qualcuno che, senza retorica o superiorità morale, cerca di guardarsi negli occhi, cosciente di una rimozione, di un’inerzia, una dissonanza nella quale chi legge, specie se adulto, potrà rispecchiarsi. In questa sezione Arnesen racchiude anche tracce di attività svolte con bambini e adolescenti sui temi della crisi climatica. In quest’epoca piena di contraddizioni, dice, è un equivoco parlare di ‘salvare la natura’.

[…] perché la natura è abituata a morire. La natura è morta più e più volte. La natura non può estinguersi. Le specie invece sì.

Un’emergenza umana, più che climatica, sta prendendo forma, e l’emergenza ha tante cause, ma la radice di tutte è che in tanti abbiamo smesso di vedere la natura come una parte di noi, e noi come una parte di essa.

Nella terza parte, l’autrice parla ‘a te, figlio, che forse nascerai’. Si rivolge ad un bambino che non c’è ancora, ma che al contempo inizia ad esistere nel pensiero. Arnesen vorrebbe scrivere a questo bambino una lettera nel futuro, e anche qui, con urgenza, si chiede in che mondo vivrà. Vorrebbe sapere com’è andata, se ce l’abbiamo fatta, come specie, ad immaginare concretamente un mondo che non sia incentrato sull’accumulo e lo sfruttamento cieco. Tra queste pagine c’è paura, e c’è speranza. Non è una speranza alla “andrà tutto bene”, è la speranza in una transizione illuminata, in un passo indietro globale per andare avanti, per salvarci. E’ anche la speranza nella forza delle grandi mobilitazioni collettive, che in passato sono riuscite a rendere realtà cambiamenti prima considerati impossibili.

Insegnanti e bibliotecari/e in ascolto (so che ci siete), vi prego: portate una copia di questo libro pazzesco sui vostri scaffali!

L’anno straordinario

Di questi temi così importanti si può parlare in tanti modi, anche con bambini e bambine.

L’anno straordinario di Ariane Hugues, tradotto in italiano nel 2024 da Canicola edizioni, parla ad un pubblico potenzialmente giovanissimo. Questo fumetto è incentrato sulla ricerca di un rituale per restituire alla natura e alle stagioni l’equilibrio perduto. Protagoniste principali sono la strega Sparadrà, esperta in pozioni e zuppe di zucca, e la fantasmina Ada, un po’ pasticciona ma col cuore che batte al posto giusto, pronta a farsi in quattro per ciò che conta davvero.


Nella loro avventura incontreranno vari ostacoli, dovranno superare incomprensioni e separazioni e scopriranno che i ranocchi sono più affidabili di certi politici del mondo magico, un po’ troppo dediti a perseguire interessi personali.

Hugues ci racconta della crisi climatica e della necessità di unirsi per fronteggiarla, focalizzandosi su ciò che è davvero importante. Lo fa attraverso una narrazione godibilissima, ricca di ironia e humour, leggera ma forte nella sua essenza. Il suo stile di illustrazione e i tratti nonsense del mondo che ricrea possono ricordare la Camille Jourdy de Nel paese delle Veramiglie.

Un volumetto che è una piccola chicca da scoprire e da far circolare nelle biblioteche di classe dalla primaria in poi.

Arnesen, H.(2024). Stardust. Polvere di stelle. Orecchio acerbo editore, traduzione di Laura Cangemi

Hughes, A.(2024). L’anno straordinario. Canicola edizioni, traduzione di Valerio Camilli

Moreau, J. (2023). I Pizzly. Tunuè, trad.di Stefano Andrea Cresti

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