Care amiche e cari amici immaginari, quest’anno da me più che Halloween o il Grande Cocomero, aspettiamo una piccola zucca che dovrebbe fare capolino ormai tra pochissimo. Quindi, per sicurezza, i miei spuntini di lettura da paura ve li propino con un pizzico di anticipo!
Se vi dico Joan Aiken,cosa vi viene in mente? Nel mondo della letteratura britannica per l’infanzia questa autrice (che oggi avrebbe 120 anni) è considerata un mostro sacro. In Italia ne sentiamo parlare pochino, anche se alcuni dei suoi titoli sono arrivati da noi tra la fine degli anni Novanta e i primi 2000.
In inglese la sua produzione letteraria è molto vasta ed eclettica, e infatti, adesso che l’ho scoperta, pregusto il piacere di conoscerla meglio.
Per adesso vi suggerisco tre titoli che potete trovare in libreria o in biblioteca, e che potranno farvi compagnia per qualche pomeriggio o serata brumosa.
Uno dei tre è stato pubblicato per la prima volta nel 1962, è ormai un classico in area britannica, ha ispirato sceneggiature teatrali e cinematografiche ed è parte di una serie di numerosi volumi collegati tra loro, The Wolves Chronicles. L’edizione italiana, tradotta da Irene Bulla, è un’elegante chicca per appassionati/e del suo genere: oltre ad essere molto curata graficamente e a contare sulle illustrazioni originali di Pat Marriott, comprende anche un interessante saggio di Brian Phillips.

I lupi di Willoughby Chase è quello che gli anglofoni chiamerebbero un treat, una coccola per chi desidera addentrarsi in una storia ben orchestrata che ammicca a generi e mescola senza timore archetipi e cliché da romanzo ottocentesco. Un sapiente pastiche letterario che dà vita ad un universo inquietante e al contempo familiare e accogliente per lettrici e lettori.
Qui tutto è estremo, ed estremamente delizioso. I cattivi sono malvagi fino al midollo, i viaggi sono epici, le disavventure sfiorano la tragedia, gli aiutanti positivi hanno un cuore d’oro e la loro lealtà è inossidabile. Ci muoviamo in uno scenario tra il realistico e il fantastico, in un’Inghilterra ottocentesca alternativa invasa dai lupi, arrivati dall’Europa e dalla Russia attraverso un ponte che unisce l’isola al continente.
La narrazione si snoda in un gelido inverno e ha per protagoniste due ragazzine, personaggi vulnerabili per eccellenza. Anche se il mondo esterno si presenta minaccioso, e lo è, i lupi del titolo sono comunque il problema minore per Bonnie e Sylvia, cugine che si sono appena incontrate e nel giro di pochissimo si ritrovano sole, tenute sotto scacco da una governante cattivissima.
Senza potere e nelle mani di adulti senza scrupoli – probabilmente i veri lupi della situazione – Bonnie e Sylvia, prima di riuscire a scoprire del tutto che cosa la governante stia tramando, si trovano catapultate in un tremendo orfanotrofio/workhouse dove subiscono vessazioni e violenze. Riusciranno a scappare per tornare a Willoughby Chase e cercare di sventare il piano criminale di Miss Slighcarp, grazie al loro spirito di iniziativa, di sopravvivenza e all’aiuto di preziosi alleati.
Aiken gioca argutamente con la letteratura, l ci racconta l’eterna battaglia di Davide e Golia, del bene contro il male, confezionandola in un intreccio brillante e condito di humour.
Vi consiglio di prendervi un pomeriggio o una sera tutta per voi, una copertina e una copia di questo romanzo.
Se i lupi di Willoughby Chase, reali e figurati, suscitano in chi legge un piacevole brivido ma rimaniamo nel territorio dell’avventura, con gli altri due titoli ci inoltriamo nel campo del perturbante.
Sono due Istrici della Salani, nella loro traduzione italiana. Frequentando da sempre questa collana, mi ero immaginata un target di lettura leggermente più giovane di quello a cui, ora che li ho letti, li proporrei. Più verso l’adolescenza che la tarda infanzia, a meno che non abbiate in casa bambine o bambini scafatissimi sul fronte delle storie del terrore.
Sia Sogni d’ossa sia Pelle d’oca si presentano come raccolte di racconti. Il primo volume, però, è composto da tre racconti interdipendenti, di fatto tre episodi che hanno in comune protagonisti ed ambientazione. Il secondo raccoglie una serie di racconti brevi indipendenti.
In Sogni d’ossa la voce narrante è quella di Ned, un ragazzino che si trova a visitare, a più riprese, l’isolata e tempestosa cittadina costiera della Cornovaglia dove vivono i suoi anziani zii. Qui un giovane fantasma gli affida una chiave, che a Ned servirà di volta in volta a sciogliere situazioni surreali e pericolose, tutte con aspetti soprannaturali.
Con la chiave riceve, in sostanza, una sorta di responsabilità morale che lo porta ad aiutare gli abitanti del bizzarro paese a sbrogliare le loro grane col paranormale. Un elemento, quest’ultimo, che tutti sembrano accettare e dare per scontato come parte della vita quotidiana.
Pelle d’oca raccoglie otto racconti tutti incentrati, in modo diversi, sulla dimensione del soprannaturale. Un fantasma bambino vendicativo ed un altro che desidera compagnia nel mondo degli spiriti e quindi cerca di attentare alla vita dei bambini dai quali si lascia vedere sono solo alcuni tra i protagonisti della raccolta. I fantasmi di varie età e provenienze ritornano in vari racconti. Aiken non è indulgente verso lettori e lettrici giovanissimi: non mancano elementi crudi, e i finali sono, in vari casi, tragici o misteriosi. Ogni tanto Aiken salva qualcuno, e a sua discrezione riserva un epilogo sereno a fantasmi ed esseri viventi. Ma non è scontato, e alcuni personaggi fanno una pessima fine.
Non so se siano ancora di moda alle medie i pigiama party in cui ad un certo punto ci si raccontano storie di paura alla luce di una torcia. Ecco, dopo aver letto queste storie probabilmente tutti vorrebbero dormire vicini vicini, e non solo per effetto degli ormoni adolescenziali.
La me delle medie sicuramente si sarebbe spaventata a leggerle. Ma del resto secondo mia moglie, che ha visto per sbaglio (non suo) Twin Peaks in prima elementare,io sono una pusillanime. In effetti per anni mi sono tappata gli occhi alla comparsa di Malefica ne La bella addormentata, altro che Laura Palmer.
Comunque sia, e ovunque vi collochiate nel continuum tra Mulder e Scully e le tre fatine, che sono comunque delle badass, la scrittura di Joan Aiken è avvincente e merita un assaggio. Scegliete voi da dove iniziare! 👻