Per caso, mentre curiosavo alla ricerca di albi in francese e inglese nell’usato, sono incappata in un albo delizioso di Bob Graham, autore e illustratore australiano, che era stato pubblicato anche in italiano da Giralangolo nel 2014.
Si intitola Bottoni d’argento, al momento è fuori catalogo ma l’ho trovato grazie alla rete delle Biblioteche Civiche della mia città – sempre sia lodata – e adesso ve lo racconto, in un nuovo spuntino di lettura.
Bottoni d’argento si inserisce in quel filone classico di albi che fotografano tutte le cose che possono succedere contemporaneamente in un luogo, spesso una città. Graham lo interpreta con il suo stile morbido e dolcemente espressivo, e con una grazia tutta sua.
Sono le 9.59 di un assolato giovedì mattina, probabilmente tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, e Graham ci porta in un soggiorno dove una bambina sta disegnando un’anatra con gli stivali. Nel corso del minuto in cui Giulia (Jodi nell’originale) aggiunge al disegno un tocco finale – dei bottoni d’argento per gli stivali dell’anatra – vicino a lei e tutto intorno alla sua casa, nella città circostante, succedono tantissime cose.
L’autore cattura, in una carrellata che si sposta dalla stanza alla strada, e dalla strada in altri luoghi della città, una serie di eventi che accadono tutti contemporaneamente.

Una prima cosa, quotidiana e al contempo unica e sorprendente, succede proprio nel soggiorno, sotto lo sguardo di Giulia. Il suo fratellino Leo (Jonathan nell’originale) si sta preparando a muovere il suo primissimo passo.

Lo sguardo si sposta nella stanza accanto, una cucina allegramente affollata di giocattoli, dove la mamma sta suonando il flauto. Poi la visione si allarga alla strada davanti a casa, dove osserviamo i passanti, piccoli e grandi, nelle loro attività quotidiane. E poi ancora, al parco, nei negozi, in ospedale. Graham ci fa affacciare sulle vite di molte persone, fotografando uno specifico istante nel tempo nel quale stanno vivendo esperienze quotidiane, come il gioco, o eccezionali – come la nascita di un bimbo.



Il punto di vista, nelle tavole, alternativamente si allarga offrendo una visuale sempre più ampia e panoramica, e si restringe a mostrare dei particolari, a tratteggiare, con pochi tratti molto specifici, una storia personale. Assistiamo a momenti allegri, tristi, struggenti, a tanti momenti di vita che accadono tutti – lo scopriremo – nel tempo di un solo minuto. Passiamo da istanti ordinari ad altri straordinari.
A chiudere il cerchio, l’autore ci riporta nel soggiorno, a casa di Giulia e Leo. Qui, Giulia e la mamma accolgono con emozione il primo passo di Leo – un fatto piccolo ma carico di significato, soggettivamente, per il bimbo e chi gli sta vicino – mentre la luce del sole, che sta abbracciando via via tutti i luoghi della città, si riversa nella stanza.

Un albo tenero e di ampio respiro, che passa dalla storia individuale e intima ad un punto di vista più collettivo, mentre ci accompagna ad ascoltare il battito del cuore della città, ad immaginare le tante vite che si muovono al suo interno.