In una famiglia di topi

Oggi ho avuto inaspettatamente uno gnomo a casa dal nido e mi è venuto in mente uno spuntino di lettura: un nuovo classico che, dal mio punto di vista (o di assaggio) ha a che vedere con i ritmi, e il ritmo, delle nostre giornate. Quelli che si creano, che si disfano, che si trasformano nel tempo, quelli di cui vorremmo avere la regia, ma che non sempre filano lisci come nei video delle parenting coach.

In una famiglia di topi, delle favolose Giovanna Zoboli e Simona Mulazzani, ci fa affacciare dietro le quinte di una famiglia alquanto numerosa, che vive in un accogliente caos. Un caos solo apparente, mosso da una sorta di armonia interna.

È una comunità eterogenea nella quale ci sono spazi e tempi comuni, ma in cui si respira, perché c’è anche apertura verso l’esterno e consapevolezza della necessità di avere un angolino e del tempo tutto per sé.

È una famiglia brulicante di topi e tope dai caratteri e dalle esigenze diverse, nella quale è pacifico poter essere tristi, di malumore e litigare (su una cosa però si va d’accordo – a tutti piace mangiare). Al mattino si va fuori nel mondo, si fanno cose diverse e spesso si sta bene bene anche lontano da casa. Perché ogni topo e topa porta il suo valore a scuola, al lavoro, nella città.

E alla sera è caotico, ma lo stesso bello ritrovarsi, in quella casa con quell’odore particolare, dentro routine calde e rassicuranti, tra bisticci, corvée, patate da cuocere, fiumi di chiacchiere e un lettone in cui accoccolarsi vicini, alla fine.

Un libro morbido e accogliente, da rileggere cento volte per scoprire dettagli differenti. Magari per accompagnare la fatica di ritornare alla routine dopo una pausa. Oppure per curiosare nelle vite e nelle micro avventure di altre famiglie e altri topi quando nella propria famiglia si sta affrontando un cambiamento (come l’arrivo di nuovi topi) e mettere tutto in prospettiva.


In foto l’edizione francese di Albin Michel Jeunesse, in italiano lo trovate nel catalogo Topipittori .

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