Care amiche e amici immaginari che leggete dall’altra parte di queste pagine, oggi ho pensato di riprendere il filo di un libro che vi avevo già raccontato in pillole, dentro ad una carrellata natalizia, e che da pochissimo è uscito (urrà!) anche in italiano con Terre di Mezzo editore.

Il titolo originale in francese è Quelqu’un m’attend derrière la neige, gli autori sono Timothée de Fombelle e Thomas Campi e quella che vedete nella foto di copertina e in quelle qui sotto è l’edizione originale di Gallimard Jeunesse.
Questo racconto illustrato, secondo me adatto per lettori e lettrici grandicelli, traccia le traiettorie di tre viaggiatori solitari in una gelida vigilia di Natale.
Freddy D’Angelo è un anziano autista che guida un camioncino giallo carico di gelati, viaggiando tra l’Italia e l’Inghilterra. C’è un tempaccio e a Freddy, che non parla con un altro essere umano da cento giorni (sì, ne ha tenuto il conto), preme arrivare a Calais prima che sia buio per poi percorrere il tunnel della Manica.

Nel frattempo Gloria, una rondine, sta compiendo un viaggio lunghissimo da sud a nord, in un percorso contrario rispetto a quello della migrazione stagionale. Qualcosa la spinge verso nord, un istinto. Nel suo volo ricorda il legame con un bambino che si era preso cura di lei quando era ferita, parecchi anni prima in Congo.
Un terzo personaggio sta affrontando il viaggio, forse più duro e pericoloso fra i tre, e il suo destino si incrocerà con quelli di Freddy e di Gloria quando il tragitto del corriere prenderà una piega inaspettata.
In una narrazione misurata e struggente, lirica e malinconica, assistiamo al prodigio di tre itinerari che si intersecano in un incontro casuale quanto salvifico.
Sono itinerari che alludono implicitamente, senza didascalismi, alle relazioni tra paesi africani ed europei, ad un’interconnessione inevitabile tra i destini di chi nasce da una o dall’altra parte del mare.
Un piccolo libro che è un gioiellino, versatile al punto da poter essere donato a lettori e lettrici adulti, ma anche letto in classe, sia per il piacere di addentrarsi nella narrazione in sé, sia come stimolo per parlare di geografia umana e politica e del mondo nel quale abitiamo.
