Magic fish: le storie, ponte tra mondi lontani

Care amiche e amici immaginari, dopo l’albo di qualche giorno fa, eccoci qui con un secondo spuntino di lettura legato ai temi del mese del Pride: questa volta, si tratta di una graphic novel per un target di lettori e lettrici un po’ più grandicelli, diciamo dalla preadolescenza in poi. Si tratta di Magic fish. Le storie del pesce magico di Trung Le Nguyen, autore vietnamita-americano, ed è edito da Tunué.

Un’opera stratificata, questa, nella quale il linguaggio del fumetto ci introduce a più livelli di narrazione, con diverse storie incastonate dentro quella principale.

Siamo alla fine degli anni Novanta. Protagonista è Tién, tredicenne americano figlio di genitori vietnamiti immigrati di prima generazione, che sta facendo fatica nell’intraprendere il suo percorso di coming out. Non tanto con i coetanei – le persone più vicine a lui sembrano amichevoli e aperte – ma con sua madre, Hiên.

Hiên, come suo figlio, è una persona dolce e sensibile, che ha alle spalle una storia difficile di migrazione. Ha lasciato la sua famiglia di origine in Vietnam, arrivando negli Stati Uniti come rifugiata con il suo fidanzato, e negli ultimi 8 anni non ha potuto tornare a rivedere la madre e la zia che l’hanno cresciuta.

Sia Hiên, sia Tién si trovano, in modi diversi, a confrontarsi con un’identità ibrida. Il figlio, che parla vietnamita come seconda lingua, sente di avere dei limiti di lessico e di espressione e, riguardo al suo coming out, stenta a trovare le parole giuste per comunicare con la mamma.

I due hanno un legame affettuoso, ma che, per forza di cose, non solo per le barriere linguistiche, ma anche per i cambiamenti legati all’età, comprende dei non detti, delle zone d’ombra. Il terreno comune che trovano è quello delle storie condivise. Tién, appassionato di fiabe, legge ad alta voce alla madre, in inglese, i libri che prende in prestito in biblioteca.

Nelle fiabe cerca, senza trovarle, le parole per raccontarsi, e intanto continua a mantenere vivo il filo che lo unisce a Hiên. Queste narrazioni ricche e composite si intrecciano, via via, sulle tavole, con i ricordi di Hiên, risvegliati via via da uno o dall’altro elemento. Con schemi cromatici diversi, l’autore ci trasporta con fluidità da un contesto e da un tempo all’altro, mentre il suo tratto morbido e limpido ricrea di volta in volta ambientazioni e personaggi che reinterpretano tradizioni folkloristiche europee e vietnamite.

A sua volta madre di Tién, dopo molti anni all’estero, sta attraversando un periodo complicato. Si sente a cavallo tra due mondi, tra la nostalgia per quello che ha lasciato e l’impegno che dedica alla nuova vita che si è creata. Il figlio sta crescendo e cambiando in fretta, ha ancora bisogno di lei, ma c’è qualcosa di impalpabile che li sta allontanando. Se Tién ha paura, nel profondo, di perdere l’affetto dei genitori facendo coming out, Hiên ha paura di non trovare un linguaggio comune con il figlio adolescente e di perderlo un po’ per volta. Quando la zia la chiama per dirle che sua madre è morta, Hiên, tormentata dai rimpianti e dai sensi di colpa, torna finalmente in Vietnam per il funerale.

Anche qui, il racconto del presente dei due protagonisti si intervalla con altre narrazioni: la zia accoglie la sua inquietudine, e prova, a sua volta, a risponderle con una fiaba nella quale riecheggiano alcuni dei nodi esistenziali che Hiên sta affrontando. Queste fiabe non sono lievi e rassicuranti, ma, al contrario, sono perlopiù cariche di tensioni, emozioni forti ed elementi drammatici, rispecchiando spesso i moti interiori dei due protagonisti.

Nel frattempo la vita di Tién va avanti: il ragazzino va a scuola e naviga le acque incerte della sua cotta per un coetaneo, si confida con la sua migliore amica, si prepara per la festa della scuola. Fino al ritorno di Hiên. E ancora una volta, sarà una fiaba a fare da ponte tra madre e figlio.

Un’opera delicata e complessa, che esplora senza banalità il tema delle identità sfaccettate che ci compongono, affermando le storie come ancora di salvezza e ponte tra mondi linguistici e culturali e tra generazioni diverse.

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