Storie d’inverno e di Natale

Le foglie qui a Torino iniziano appena a ingiallire sugli alberi, eppure siamo a fine novembre e sì, sta tornando quel periodo dell’anno!

Per una volta, essendo in maternità per lo gnomo numero due, eccezionalmente il mio Natale non inizia a settembre (lavoro nella raccolta fondi, un universo parallelo in cui è Natale per molti mesi). Quindi anche a casa iniziamo solo in questi giorni a tirare fuori la nostra adorata collezione di librini legati alle festività del solstizio d’inverno e, insomma, ce la prendiamo più comoda.

Ma niente paura, qualche propostina ce l’ho pronta, e allora via alla prima mini carrellata di storie che sanno di freddo, di festa e convivialità, in misura variabile. Vi consiglio di tenere d’occhio anche la rubrica Libri in lingua che uscirà su Teste fiorite sabato 2 dicembre, perché anche lì troverete un paio di chicche. E naturalmente nell’archivio del blog, cliccando in fondo sull’hashtag #Natale, potete trovare tutti i libri dei Natali passati!

1) Il Natale di Pettson di Sven Nordqvist, Camelozampa (trad.Samanta Milton Knowles

Ritroviamo con gioia Pettson e il suo gatto Findus, protagonisti di una serie deliziosa che dalla Svezia sta arrivando da noi. È l’antivigilia di Natale, i nostri hanno parecchi preparativi da fare, ma una caduta scombina loro tutti i piani: niente albero, niente cenetta prelibata, niente legna per il camino…Per fortuna ci sono l’ingegno, la fantasia e gli amici a restituire colore e calore a questa festa che prometteva di essere molto sottotono. Un’immersione gradevolissima, tenera e ricca di humour, nelle atmosfere di un Natale scandinavo rurale di qualche decennio fa.

2) Un lupo nella neve di Matthew Cordell, Clichy

Se avete amato gli elefanti di Desiderio, preparatevi alla magia di questo albo senza parole che richiama, anche se solo da lontano, la fiaba di Cappuccetto Rosso.

Inverno. Una bambina col parka rosso torna a casa da scuola. Ha iniziato a nevicare, e presto i pochi fiocchi diventano quasi bufera. La bambina, affaticata e un po’ spaventata, incontra un cucciolo di lupo che si è perso, altrettanto indifeso e spaventato. Seguendo gli ululati distanti cercherà di riportarlo dalla mamma. E poi saranno i lupi ad aiutare la bimba ad essere ritrovata e a tornare a casa.

3) Come nascondere un leone a Natale di Helen Stephens, Nord-Sud Edizioni (trad. Marinella Barigazzi)

In questo secondo volume della piccola serie inaugurata con Come nascondere un leone, ritroviamo la famiglia della piccola Iris, che si prepara al viaggio per andare a trovare la zia per Natale. I genitori di Ieis le spiegano che il suo leone non può venire, ma lui non si arrenderà e troverà il modo, nonostante vari impicci, di raggiungere la sua piccola amica. Il delizioso surrealismo british della storia richiama un po’ l’atmosfera de Una tigre all’ora del tè (soprattutto per il robusto appetito dell’amico felino). Il tratto dell’autrice ricorda un po’, nello humour e nel calore delle scene, quello di Quentin Blake.

4) L’incanto del buio di Francesca Scotti e Claudia Palmarucci, Orecchio acerbo editore

Un pranzo di Natale fa solo da sfondo a questa narrazione intensa e un po’ onirica. È comunque uno sfondo realistico, che riesce a trasmettere la sensazione di noia rispetto ai tempi e modi di stare insieme degli adulti, noia che si traduce nella creazione di un proprio mondo dove trovare rifugio. Una bambina e un bambino, amici da sempre, alle eterne chiacchiere post prandiali dei grandi preferiscono il gioco del buio. Chiusi in una stanza a luci spente, tastano gli oggetti quotidiani più vari immaginando che siano altro. Una scarpa diventa la casa di uno gnomo o altro ancora. Poi Pietro e Giulia si incontrano, sfiorano l’uno il viso dell’altra. E allora, in pagine inondate di luce, vedono l’uno i sogni dell’altra, alcuni dei desideri più profondi. Perché Giulia sa ciò che Pietro desidera, e viceversa.

Arrivano i grandi, con i loro richiami alle prosaiche urgenze della giornata. Pietro e Giulia devono interrompere il gioco, ma tornano alla realtà sapendo di portare con sé uno sguardo magico sul mondo, e l’una sull’altro, che permette loro di vedersi cervo, airone o in qualsiasi altro modo. Uno sguardo da conservare e proteggere il più a lungo possibile.

5) L’ultimo bisonte di Annalisa Camilli, illustrazioni di Irene Penazzi, La Nuova Frontiera junior

In questo romanzo, adatto a lettori e lettrici da metà della primaria in poi, l’ambientazione invernale è un elemento chiave. Ci sono una famiglia in viaggio e qualcuno che sta per nascere, anche se non è strettamente una narrazione natalizia.

Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale esperta di immigrazione e crisi umanitarie, ci racconta attraverso lo sguardo di un bambino, Benin, la storia di una travagliata migrazione attraverso i confini dell’Europa.

Non è nominato il paese di provenienza del piccolo protagonista, né quelli che la sua famiglia si trova ad attraversare, ma possiamo identificare il primo nell’area mediorientale, mentre la parte centrale della storia si svolge, probabilmente, tra Bielorussia e Polonia, nella foresta di Białowieża, regno degli ultimi bisonti europei.

Quella di Benin e della sua famiglia è una storia con nomi di fantasia ispirata alle vicende reali di tanti migranti che cercano di raggiungere l’Europa sperando in un futuro migliore, rischiando la vita durante un viaggio duro e pericoloso. Ingannati da un mediatore, i genitori lasciano la propria casa, la nonna e il cane illudendosi di poter fare un regolare viaggio in aereo. Scoprono ben presto che per arrivare al paese di destinazione dovranno attraversare illegalmente la frontiera, camminando per giorni e notti nella gelida foresta.

La situazione è a dir poco terrificante: oltre a dover fare sopravvivere i loro tre bambini, i genitori di Benin temono anche che da un momento all’altro la mamma, agli sgoccioli di una gravidanza, entri in travaglio.

La salvezza arriverà grazie all’aiuto dei volontari impegnati a soccorrere i migranti, ma passerà anche attraverso le storie raccontate dal papà sui bisonti che vivono nell’antica foresta.

Una storia ordinaria nella sua drammaticità e per questo importante, filtrata dallo sguardo di un bambino.

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