Voglio un cane, non importa quale

All’interno del ricco tesoretto di libri che una cara amica ci ha regalato per la nascita del nostro secondo bimbo abbiamo trovato questo albo scoppiettante ed acuto, con il tratto pungente ed espressivo di Kitty Crowther.

È uno di quei libri per piccoli lettori e lettrici che ha dentro di sé tante cose grandi: il desiderio, l’amicizia, il tradimento, il conformismo e il suo rifiuto, il tutto senza didascalismi di sorta e condito con un umorismo delizioso.

Ogni mattina Mille, anzi, la signorina Millie (segno, questo appellativo, di una presa di distanza iniziale di Crowther dal personaggio?) si alza ed è un fagottino assonnato e arruffato, che però controvoglia si acconcia e si veste di tutto punto per andare nella sua rinomata scuola privata.

Ogni mattina, a colazione, va all’attacco con la stessa richiesta: voglio un cane. Seguono dettagli esilaranti sui vari tipi di cane possibile, ma la risposta della mamma, da dietro il suo giornale, è sempre no.

A scuola – scuola che, ci viene anticipato, Millie odia – tutte le bambine più affettate e con la puzza sotto il naso hanno un cane, e si incontrano nel tempo libero nel loro prestigioso club dei Dogs, dal quale, naturalmente, la nostra protagonista è esclusa.

La sera, la rabbia lascia spazio alla tristezza, e Millie – che probabilmente si sente molto sola – grida “Voglio un cane, non importa quale!”. E una mattina, non sappiamo per quale miracolo, forse convinta da quel pianto e da quel “non importa quale”, la mamma di Millie risponde “SÌ!” alla domanda quotidiana. E porta Millie al canile, dove ci sono tanti cani diversissimi tra loro, ognuno con uno sguardo che racconta vicissitudini varie.

La bambina ne sceglie uno piccoletto, un bastardino (secondo il tizio del canile) dall’aria bizzarra che evidentemente dice qualcosa al suo cuore, lo porta a casa e lo chiama Principe.

Nei giorni successivi Millie e Principe iniziano con entusiasmo a conoscersi, e il cane manifesta i suoi gusti e le sue preferenze. Per esempio, gli piace molto farsi leggere le storie.

Ma il lunedì successivo, a scuola, Millie viene crudelmente derisa dalle bambine del club dei Dogs, perché Principe non è un cane di razza. E la bambina, sopraffatta, in un gesto sconsiderato se la prende con il cagnetto, scacciandolo via.

Per fortuna ci ripenserà poco dopo, e la sequenza successiva di pagine è di quelle che scaldano il cuore.

Ma i twist e le grandi emozioni non sono finiti: uno sconosciuto per strada rivelerà a Millie qualcosa di inimmaginabile su quel cagnolino dalle origini misteriose. Una rivelazione che scombinerà allegramente il tutto: Millie troverà davvero la risposta ai suoi desideri.

Una storia sulle affinità elettive, sulla difficoltà di essere inclusi, sulla necessità (talvolta) di non farsi includere a tutti i costi e sull’importanza di saper andare oltre le apparenze.

Crowther, K.(2021). Voglio un cane. Non importa quale. Topipittori. Trad. Chandra Candiani

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