Questo fine settimana ho letto un libro tenero, pungente e brillante, che vi voglio raccontare nell’ambito delle mie proposte di lettura legate al mese del Pride. Si tratta di Zenobia July di Lisa Bunker, edito dalla Viking Children’s Books nel 2019, e credo che sarebbe bellissimo se qualche casa editrice italiana decidesse di tradurlo e inserirlo nel proprio catalogo.
Questo romanzo, indirizzato a lettori dalle medie in su, ha per protagonista una ragazzina sulla soglia della pubertà che inizia, tra varie difficoltà, una nuova fase della sua vita. Zenobia July è il nuovo nome che ha scelto per se stessa. Ha solo dodici o tredici anni, ma ha già un bagaglio di esperienze dolorose,da portare con sè. Nella sua vita precedente, Zenobia era un bambino di nome D., cresciuto in solitudine e appassionato di informatica e giochi virtuali. Dopo la morte della madre, quando aveva 5 anni, la convivenza con il padre – molto religioso e, l’autrice ce lo lascia intendere anche se non esplicitamente, violento – è diventata sempre più difficile, tanto più con l’affiorare della sua consapevolezza di essere nata nel corpo sbagliato. La morte del padre in un incidente imprime alla sua vita una svolta inaspettata, dandole – sia pure nella tragedia – delle opportunità che altrimenti non avrebbe avuto. Dalla desertica Arizona deve spostarsi nel verdeggiante Maine a vivere con le zie di mezza età. Ecco, ammetto che leggere nella sinossi del libro della presenza di due eccentriche zie lesbiche ha contribuito a farmi decidere di leggerlo.
La zia Lucy è la sorella del padre di Zenobia, è una docente universitaria dall’apparenza severa, in realtà molto sensibile e, come dire, sul pezzo. La zia Phil, sua moglie e compagna di tutta una vita, è una cuoca butch hippie, empatica e spumeggiante. Vivono in una piccola casa accogliente, sempre traboccante di persone interessanti, come il tenerissimo amico orso (e occasionale drag queen) Sprinkles; forse un po’ troppo affollata per la nipotina.
Zenobia, soprannominata Zen dalle zie, deve affrontare molti nuovi inizi. Sta per affacciarsi alla pubertà e ha deciso di intraprendere la transizione di genere. Per fortuna le zie la supportano in questo delicato percorso e sono decise a starle vicino, passo dopo passo. La ragazzina ha cambiato ufficialmente nome da poco e sta per iniziare un nuovo anno scolastico con un’identità femminile, in attesa di incominciare un lungo iter medico. Tutto è nuovo e complicato. La vita con le zie, molto diverse dal padre, aperte e protettive nei suoi confronti, anche se alle prime armi come genitori (anche loro stanno attraversando, avendo scelto di occuparsi della ragazzina, un grande cambiamento). Le prime settimane di scuola, condite dalla paura che la sua identità venga scoperta e dalla difficoltà di trovare, letteralmente, dei panni nei quali sentirsi a proprio agio. Lo specchio, che a seconda dell’umore della giornata le restituisce un’immagine più o meno vicina alla percezione interiore che ha di se stessa. Il torrente tumultuoso di emozioni che la attraversa, per via di tutto ciò che sta rielaborando, le sue esplosioni di rabbia che deve imparare a controllare e i suoi frequenti momenti di panico.
Larga parte del romanzo dà spazio al percorso di Zen legato alla sua identità di genere: alle insicurezze legate al suo corpo scomodo, alla necessità di trovare un suo modo di esprimersi e sentirsi se stessa come ragazza, al terrore dello stigma. Ma una varietà di fili si intreccia a questo macrotema nel dipanarsi della storia. Che diventa, in senso ampio, il racconto di come Zen cerca, ed inizia a trovare, un suo spazio nella sua famiglia adottiva, a scuola e anche in relazione alla comunità queer.
Un ruolo cruciale è quello giocato dalle amicizie. Dal primo giorno di scuola, Zen ha la fortuna di finire nel giro “giusto”: quello di un piccolo gruppetto di nerd, simpatici ed eclettici. Tra di loro, Zen diventa in particolare amica di Arli, adolescente genderqueer e che si autodefinisce “geek delle parole”. Arli, alle medie, ha alcune idee molto chiare su di sè; ha deciso di non definirsi come maschio o femmina, non nasconde la sua identità e non teme le prese in giro dei bulli e delle reginette (ambosessi) della scuola. Ama i giochi di parole, tiene moltissimo ai suoi amici e dietro la sua esuberanza nasconde, come Zen prima del suo trasferimento, una situazione pesante e triste a casa.
Un altro filo interessante della narrazione è quello che vede Zen e le zie annusarsi a vicenda, conoscersi, avvicinarsi, riconoscersi. Un altro è quello del rapporto con il proprio corpo, complesso per ogni preadolescente, tanto più per chi si trova nella situazione della protagonista, che deve trovare dei propri punti di riferimento e trovare un equilibrio tra le aspettative (e gli stereotipi) esterne e la ricerca di un proprio modo di essere.
Un altro ancora è quello del bullismo, che fa la sua comparsa sia nella sua forma classica da scuola media, sia in rete. Quando un hacker inizia ad attaccare il sito della scuola pubblicando meme carichi di odio verso le persone islamiche e poi contro le persone transgender, Zenobia si trasforma in detective e cerca di risalire al colpevole. In questa fase di adattamento alla sua nuova realtà, la ragazzina si rifugia molto nello schermo e nei videogames interattivi, che rappresentano per lei una specie di seconda vita e che diventano anche un luogo di rivincita verso alcuni dei bulli della scuola. In più occasioni, Zen rischia di lasciarsi prendere dalla rabbia e si trova a dover decidere se utilizzare le sue capacità informatiche per vendicarsi, oppure giocare con esse per ottenere obiettivi più importanti.
Lisa Bunker crea una galleria di personaggi credibili, con i difetti e l’umanità di persone reali, ai quali è facile affezionarsi e insieme ai quali è facile commuoversi. Ci racconta una storia di apertura, di amore in varie forme che scalda il cuore senza scendere in ipersemplificazioni, nè in risoluzioni mielose e irreali di ogni nodo problematico.
Una narrazione preziosa in termini di rappresentazione di vissuti che trovano ancora poco spazio nella letteratura per ragazzi. Una storia come tante altre simili, ma importante e necessaria per accrescere la comprensione della complessità di questi temi e l’empatia verso chi intraprende una strada difficile come quella di Zenobia, in tempi che troppo spesso si rivelano ancora piuttosto oscuri per le persone transgender e transessuali.
Bunker, L. (2019). Zenobia July. Viking Children’s Books